Il Metropolitan Museum e il traffico degli oggetti d’arte rubati
Il Metropolitan Museum di New York (MET) sta considerando se i 15 pezzi antichi di arte sacra indiana, che ha iniziato ad acquistare dagli ultimi anni Novanta, provengono da importante rete di contrabbando collegata a Subhash Kapoor, il settantenne commerciante d’arte di Manhattan di origine indiana, oggi sotto processo nel suo Paese con l’accusa di traffico dei manufatti rubati.
Secondo il New York Times, il primo giornale a pubblicare la notizia, funzionari del governo indiano e rappresentanti del Metropolitan sono all’opera congiuntamente per stabilire se i pezzi acquistati dal Met siano per l’appunto frutto del saccheggio di Subhash Kapoor. Secondo l’articolo, gli oggetti sono stati acquistati dal museo in un periodo in cui, secondo le autorità, la sua rete di contrabbando era attiva e vendeva o donava abitualmente oggetti rari e costosi ad almeno una dozzina di musei negli Stati Uniti.
L’analisi agli oggetti antichi del Met deriva dalla decisione del Governo indiano di recuperare le tante opere antiche, per lo più idoli sacri e reliquie, depredate dai templi indiani nel corso dell’ultimo mezzo secolo da vari saccheggiatori e trafficanti: fatto ormai accertato.
Subhash Kapoor, ex proprietario di una galleria d’arte nella famosa Madison Avenue di Manhattan, è stato arrestato in Germania nell’ottobre del 2011 – ed estradato in India nel giugno del 2012- dopo un anno di indagini. La sua posizione si è aggravata nel luglio 2019 quando la Procura di Manhattan, con 86 imputazioni, lo ha accusato di traffico di antichità per pezzi equivalenti al valore di 145 milioni di dollari. Un’accusa di vecchia data quest’ultima (risalente al 1974), quando Kapoor era considerato un rispettato membro della comunità artistica che aiutava i musei di tutto il mondo ad acquistare (talvolta attraverso donazioni) importanti oggetti d’arte antichi dell’Afghanistan, Cambogia, India, Nepal, Pakistan e Tailandia.
I 15 pezzi di proprietà del Met presi in esame, secondo il Nyt, alcuni sono stati venduti o ceduti al museo direttamente da Kapoor, altri ottenuti da collezionisti che avevano acquistato le opere sacre sempre dall’antiquario indiano o dalla sua galleria.
Contemporaneamente all’esame del Metropolitan (la cui disponibilità è stata molto apprezzata dai funzioni indiani), l’Asia Society di Manhattan, associazione senza scopo di lucro, sta analizzando la provenienza di almeno un oggetto della collezione del Metropolitan, una statua della divinità Shiva in rame del XII secolo, che l’India ritiene gli sia stata depredata, ma che ancora non è stato accertato l’eventuale collegamento tra il preziosa manufatto e il mercante Kapoor.
Fotografie dall’alto: 1) Subhash Kapoor, il mercante d’arte accusato di traffico illecito di oggetti d’arte, con la polizia indiana; 2) Polizia indiana tra opere sacre e reliquie saccheggiate dai templi) 3) Statua della divinità Shiva, forse di provenienza illecita