Maison Picassiette. L’opera di un solo uomo
Chartres, città del nord della Francia a poche decine di chilometri da Parigi, è famosa per i suoi resti risalenti all’età neolitica, per sua la sua cattedrale gotica del XIII secolo, per essere uno dei cammini medievali del pellegrinaggio Parigi – Santiago de Compostela e per la Maison Picassiette.
La Maison è una rarità nel suo genere: una costruzione del XX secolo realizzata da un solo uomo con piccoli mosaici ricavati dalle stoviglie rotte se vogliamo un progetto di economia circolare ante litteram.
Il progettista e realizzatore si chiamava Raymonde Isidore (classe 1900), dipendente del Comune come spazzino del cimitero, sposato con 2 figli. Iniziò quest’opera tra il 1936-38 e le dedicò 30 anni della sua esistenza.
Alcune fonti, un po’romantiche, vogliono che Isidore raccogliesse i pezzi di vetro e di cocci di ceramica nel corso delle sue lunghe passeggiate. Di certo, invece, c’è che la maggior parte di quelle che avrebbe trasformato in tessere con le quali ricoprire gli interni della casa, gli esterni e per le creazioni in giardino, le recuperava dalle discariche pubbliche.
Quando Isidore terminò la sua grandiosa opera era il 1962. Se lo godrà per altri due anni prima di lasciare questa terra. La stampa iniziò a occuparsi di questa espressione di architettura naif e di arte musiva già negli anni Cinquanta e, quindi, si ha documentazione sulla sua fine. Sopraffatto mentalmente e fisicamente dal lavoro richiesto dal suo progetto, una notte di tempesta, preso dalla paura che si trattasse della fine del mondo, fuggì per i campi dove fu trovato ferito. Trasportato a casa vi morì poco dopo.
Nel 1983 l’opera ha ricevuto il titolo di monumento della città di Chartres.
Gli interni della Maison Picassiette. formati da tre saloni si caratterizzano per gli affreschi di mosaico ispirate dai paesaggi del Mont Saint-Michel della città e dei suoi dintorni, realizzati con i cocci di piatti rotti a forma di margherita. Tessere che ricoprono anche i soffitti, mentre i pavimenti sono in detriti di marmo e i mobili sono dipinti in stile mosaico.
Mosaici anche per il giardino, dove ci sono grandi raffigurazioni, i suoi vialetti e sue mura di cinta.
A Raymonde Isidore sono stati dedicati molti libri. Nel 2020 per l’editore Sutton è uscito Les Euréliens, raccolta di testimonianze, ricerche e analisi sulla sua figura e la sua opera.