I braccianti migranti della comunità internazionale

Il fenomeno delle migrazioni di lavoratori agricoli è internazionale. “C’è un flusso internazionale di lavoro che si è aggiunto a quello dei prodotti e del capitale”scrive la fotogiornalista spagnola Judith Prat che al fenomeno – in particolare ai diritti dei contadini migranti – ha dedicato il saggio  Matria, realizzato in 4 Paesi:Messico, Stati Uniti, Mozambico, Sud Sudan e Yemen. Le sue immagini che pubblichiamo in questa pagina vedono protagonisti i braccianti messicani occupati nei campi Usa, la cui situazione e condizione di vita rimandano ai migranti agricoli senza permessi che lavorano in Italia.

In Italia secondo Coldiretti (Rapporto Migrantes) sono 370mila i lavoratori nella filiera agroalimentare provenienti da 155 Paesi che “contribuiscono in modo strutturale all’economia agricola del Paese” e a costituire “una componente indispensabile per garantire i primati del Made in Italy”, come negli Usa, dove sono “il motore del settore primario del Paese” afferma Judith Prat, ricordando però che accanto agli agricoltori con contratto regolare che lavorano in piena sicurezza, ci sono i braccianti giornalieri (negli USA alcuni messicani attraverso la frontiera avanti e indietro ogni giorno) o i migranti irregolari, senza documenti e permesso di lavoro (molti in Italia) raccolti ogni giorno dai caporali (che decidono le loro condizioni di lavoro) per condurli sui campi, con un compenso minimo e se ospitati vicino al luogo di lavoro vivono in alloggi di fortuna, fatiscenti e insicuri.

L’importanza dei lavoratori migranti stagionali e degli irregolari per l’economia agricola europea, in questi ultimi mesi è stata al centro dell’attenzione generale, perché le misure di confinamenti nazionali anti-Covid 19 hanno ha fermato il flusso migratorio e quelle di distanziamento fisico il lavoro degli stanziali ma irregolari. A inizio maggio si è stimato che in Europa mancassero all’appello circa 250mila lavoratori migranti stagionali, mentre in Italia quelli presenti ma privi di permesso di soggiorno e di lavoro erano (sono) circa 600mila, molti dei quali operanti nei campi.

La mancanza degli stagionali e il distanziamento fisico dei contadini in loco hanno messo a rischio i raccolti di frutta e verdura, l’intero settore agricolo e noi consumatori di trovare gli scaffali vuoti. Nel nostro Paese – come in altri dell’Unione Europea, ma in Italia la situazione era più grave tanto che Coldiretti aveva lanciato un allarme – i Governi nazionali si sono impegnati per risolvere le emergenze sia con la concessione di permessi di soggiorno stagionali rinnovabili, sia regolando la posizione degli invisibili, cosiddetti perché senza documenti.

“La tutela dei diritti umani di questi lavoratori, nonché un quadro giuridico che garantisca condizioni di lavoro e salari dignitosi, dimostrano il livello democratico del Paese ospitante e favoriscono indubbiamente la coesione sociale, poiché contribuiscono a sradicare disuguaglianze e discriminazioni” scrive Judith Pratt, concetto che collima con quello di Coldiretti che a ogni suo Rapporto ricorda come “si deve assicurare la sicurezza sul lavoro e la legalità per combattere inquietanti fenomeni malavitosi che umiliano gli uomini e il proprio lavoro e gettano un’ombra su un settore che ha scelto con decisione la strada dell’attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale”.

Ecco perché il reportage Matria di Judith Prat (pubblicato a puntate da eldiario.es),  le cui immagini  scattate in sequenza temporale documentano una giornata tipo di un giornaliero, pur essendo stato realizzato in Nord e Sudamerica hanno valenza universale.

A Zaragoza (Spagna) fino al 30 agosto 2020 è possibile vedere le 66 immagini che compongono il saggio, presso l’ Instituto Aragonés de Arte y Cultura Contemporánea Pablo Serrano

 

 

 

Immagini di Judith Prat: El Paso (Texas – USA) sono le h. 03,00  quando giovani messicani sono già in attesa del caporale che li porterà nei campi; 2) h.5.45, i braccianti di ogni genere ed età sono già al lavoro, muniti di lampada perché il sole non è ancora sorto; 3) I giornalieri devono tenere il ritmo determinato dai trattori dove svuotano i contenitori del raccolto (sono retribuiti secondo il numero dei contenitori); 4)  Giornaliera al lavoro in un ranch di New Mexico (USA);  5) h. 16,00, Irma bracciante frontaliera ha la doppia nazionalità (nordamericana e messicana) e ogni giorno passa il confine per lavorare in un’azienda agricola in New Mexico. Eccola alle h. 16 mentre torna a casa a Ciudad Juárez; h. 20,00 fotografia del Centro per lavoratori agricoli di frontiera di El Paso. I braccianti, tornati nel tardo pomeriggio, all’inizio della serata tirano fuori materassi, coperte e sacchi e vanno a letto. La faticosa alba li aspetta  

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