I calabresi di Cordova. Ponte culturale
In Santa Eufemia nella Valle de Los Pedroches di Cordova, nella Spagna andalusa, vivono circa un migliaio di calabresi che non sono migranti, bensì autoctoni.
Lo racconta o, meglio, lo documenta il maestro in pensione della scuola locale Miguel Torres Murillo, a eldiario.es. Con piglio da storico Murillo (a destra nella foto a lato) ha scritto 2 libri sulla questione perché dice “è molto importante conoscere la propria storia. “Quando ero piccolo – ricorda il maestro – facevo molto domande su Santa Eufemia ma non ricevevo risposte. Non voglio che le future generazioni non conoscano l’importanza del loro paese”.
Così l’ottantenne maestro racconta la storia degli abitanti del luogo, dalla loro origine ai nostri giorni e rileva come l’origine calabrese sia storicamente documentato.
Tutto ha inizio nell’agosto del 1155 quando re Alfonso VII (1127-1156) con il suo esercito si accampò dove oggi sorge Santa Eufemia, pronto a riscattare il castello dal dominio arabo. Ma, posto che il papa aveva dichiarato la Spagna terra di crociata, oltre al re, pronti a combattere contro i Mori c’erano cavalieri provenienti da ogni parte d’Europa. E fra questi arrivarono anche i combattenti dal sud dell’Italia, esattamente dalla Calabria: 33 cavalieri, i progenitori degli abitanti di Santa Eufemia di Cordova. D’altronde, come apprendiamo da Murillo, una zia di Alfonso VII si era sposata con il reggente della regione italiana. Pertanto era regina della Calabria. Ma c’è di più. Santa Eufemia si sente gemella dell’ex Santa Eufemia dell’Aspromonte, il Comune che con quelli di Nicastro e Sambiase dal 1968 costituisce Lamezia Terme.
Le località italiana e spagnola condividono la vocazione marinara, la fiera locale del 28 giugno, festa di San Pietro e la santa padrona, Santa Eufemia la cui leggenda narra che morì per colpa di un orso, dopo essere riuscita a sopravvivere alle torture cui era stata sottomessa dal governatore di Costantinopoli, a causa del suo credo cristiano. E quanto sostiene lo storico dell’arte Teodoro Fernández, che da studente Erasmus in Italia viaggiò a Lamezia Terme e, oggi, dirige l’iniziativa turistica Córdoba de Leyenda, che promuove l’interesse storico e monumentale della zona.
Ponte con l’Italia
E in Italia? Le convinzioni spagnole trovano sponde? Certamente: la questione del genetliaco degli abitanti di Santa Eufemia di Cordova non lascia la Calabria indifferente.
Recentemente il professore Ulderico Nisticò insieme all’associazione “Calabria in Armi” ha organizzato la conferenza “Hermanos de Calabria, un ponte di tradizioni e cultura tra Calabria e Spagna”. Presente anche la scrittrice catanzarese Adriana Lopez, la quale con il figlio Andrea, ha girato un documentario sul tema ed è promotrice di contatti con i ‘discendenti calabresi” di Spagna.
Ulderico Nisticò spiega di aver ricevuto notizie certe dagli stessi autori della scoperta, Angelo Iurilli e Josè Ramon Santosa, e illustra i fatti storici e di costume per i quali ritiene la genetliaca verosimile “ I tempi della fondazione di Santa Eufemia di Cordova, coincidono con il grande evento del Natale 1130, quando Ruggero II fondò il Regno normanno dell’Italia Meridionale; e non vanno dimenticati gli stretti rapporti tra il Meridione e la Spagna. Gli abitanti si Santa Eufemia si dicono calabresi, e amano e usano questo appellativo anche per la squadra di calcio e i loghi delle produzioni locali – termina il professore Nisticò”.
Dopo la conferenza la Provincia di Catanzaro ha diramato una nota in cui si dichiara “pronta a impegnarsi nel percorso progettuale finalizzato a fare luce su questo rapporto storico-culturale che unisce in maniera profonda” la Calabria e Santa Eufemia per “identità, valori e persino tradizioni culinarie”.
Un progetto culturale che fornisce, “l’opportunità di sviluppare un interesse importante nei confronti della nostra regione, promuovendo all’esterno l’immagine positiva della Calabria”.