Cosa pensano gli europei della Cina, nell’era di Covid 19
Qual è la per percezione degli europei verso la Cina nel pieno dell’esperienza pandemica? La Cina è il Paese dove il virus SARS-CoV-2 ha iniziato a infettare per poi portare le sue fatali conseguenze in giro per il mondo. Ciò ha suggerito al CEIAS (Central Europe Institute of Asian Studies – Istituto di Studi Asiatici dell’Europa Centrale) di condurre un’inchiesta in 13 Paesi europei coinvolgendo 1500 persone per Paese per conoscere il loro attuale giudizio sulla potenza asiatica.
Un ampio campione di persone che ha manifestato impressioni diverse: molto negative da parte delle nazioni dell’Europa settentrionale, mediamente negative da parte dell’Europa meridionale, positive da parte di alcuni Paesi dell’Est Europa.
La visione negativa è emersa soprattutto in Svezia, Germania, Regno Unito e Repubblica Ceca; più morbida quella della Serbia e Russia; sicuramente positiva per la Lettonia.
I quesiti
Il campione consultato ha risposto seguendo lo schema elaborato da CEIAS che riguarda i punti salienti della Cina nei confronti del resto del mondo, come: il commercio internazionale, gli investimenti, la tecnologia del 5G, la Nuova Via della Seta (Belt&Road iniziative), l’organizzazione militare, il regime politico e le sue conseguenze sulle democrazie degli altri Paesi e, quindi, il rispetto dei diritti umani e, per ultimo ma non ultimo, l’approccio del gigante asiatico verso la questione climatica.
È generalmente ben visto il commercio; e non poteva essere diversamente posto che sono molti gli Stati europei che hanno ottimi rapporti con il trade cinese, ma non sono visti altrettanto positivamente gli investimenti.
I giudizi più negativi sono stati riversati alle conseguenze delle abitudini cinesi verso l’ambiente; tutti gli intervistati sperano in una loro maggiore sensibilità verso i cambiamenti climatici; segue il timore dell’effetto del regime cinese (capitalista senza democrazia) sulle nostre libertà politiche e individuali.
L’analisi comparativa con le altre potenze mondiali
Sul versante politico è emersa un’analisi comparativa con le altre potenze mondiali quali gli Stati Uniti e la Russia.
Nonostante le maggiori simpatie degli europei siano riservate agli Stati Uniti, prevale la tendenza di non volersi schierare né con gli States né con la Cina. L’Europa rimane a metà strada tra le 2 potenze per non alienarsi le prospettive commerciali offerte dalla potenza asiatica.
La pandemia
Ampio spazio è stato riservato alla pandemia. La maggior parte degli intervistati crede che all’origine della diffusione dell’ infezione ci sia stato un passaggio naturale dall’animale all’uomo, quindi approva la teoria scientifica. Con delle interessanti eccezioni.
Credono alla scienza la maggior parte degli intervistati di Svezia, Germania, Lettonia, Francia e Regno Unito e parte della Polonia. L’altra parte equivalente a quasi la metà degli intervistati polacchi, crede che il virus sia stato creato in laboratorio e intenzionalmente diffuso dalla Cina. Sostenitori del complotto si trovano anche in Spagna, Ungheria, Lettonia e Regno Unito. In quest’ultimo Paese, come anche in Svezia, Germania e Francia alcuni intervistati imputano la diffusione della Covid-19 alle persone che mangiano pipistrelli e altri animali.
Al tempo stesso la maggior parte delle persone indica la Cina come la superpotenza che ha maggiormente aiutato gli altri Paese nella pandemia, pur avendoci guadagnato.
L’Italia
L’Italia ha partecipato all’ inchiesta CEIAS, con la studiosa Beatrice Gallelli del Dipartimento di Studi sull’Asia e sull’Africa Mediterranea. La maggior parte degli italiani intervistati sono propensi a credere alla scienza, percepiscono positivamente la Nuova Via della Seta ma guardano agli Stati Uniti con maggior favore rispetto alla Cina.
Gli altri Paesi coinvolti
Oltre all’Italia gli altri coinvolti nell’inchiesta sono stati: Repubblica Ceca, Francia, Germania, Ungheria, Lettonia, Polonia, Russia, Serbia, Slovacchia, Spagna, Svezia e Regno Unito.
Tredici, dicevamo, dei quali 10 hanno, complessivamente, espresso una percezione negativa della Cina.
L’inchiesta
I rapporti riferenti a ciascun Paese, dopo essere approfonditi a livello nazionale considerando la situazione politica interna, vengono pubblicati man mano sul sito della CEIAS.
L’inchiesta è il frutto del progetto Sinophone Borderlands condotto dall’Università Palacký di Olomouc (Moravia – Repubblica Ceca). I rapporti sono stati preparati con la collaborazione di altri think tank e università europee.