L’uomo e la terra al X Festival Internazionale della Cultura Ebraica
Il Festival Internazionale di letteratura e cultura ebraica, promosso dalla comunità ebraica di Roma, compie 10 anni. E li celebrerà nel nome della Terra. Earth Life beyond è, infatti, il tema dell’edizione 2017 del Festival che si svolgerà dal 9 al 13 settembre 2017, come di consueto, nel quartiere ebraico della capitale.
Un tema che apre all’ approfondimento e alla riflessione culturale, sociale e filosofico del rapporto dell’uomo con la terra e, nello specifico, dell’ebreo con la terra d’Israele e con le altre terre. Conseguenti poi, seguendo la storia del popolo ebreo, i sottotemi dello sradicamento, l’esilio e la terra promessa.
Il programma
Il festival si apre nella Notte della Cabbalà, durante la quale, per l’occasione, saranno aperti in notturna e con ingresso gratuito, il Museo Ebraico, la Grande Sinagoga e sarà inaugurata la mostra Israele, Ritorno alla terra. L’esposizione è dedicata alle famiglie che, grazie al supporto della Jewish Agency, dal 1948 sono tornate in Israele, la terra promessa, e al grande al lavoro e impegno che vi hanno profuso affinché diventasse fertile e accogliente; una terra dove la vita potesse seguire il proprio corso nel presente e nel futuro, dopo i secoli della diaspora sfociati nella tragedia della Shoah, durante la II guerra mondiale. La mostra è stata realizzata in collaborazione col Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea.
Tra gli invitati che interverranno, animeranno i dibattiti e saranno protagonisti dei tanti eventi del Festival ricordiamo: le scrittrici Simonetta Agnello Hornby e Ayelet Gundar-Goshen, la filosofa e sociologa Agnes Heller, la regista Cristina Comencini, il giornalista Edoardo Camurri e l’attore musicista Enrico Flink.
4 giorni fitti d’avvenimenti di cui vi segnaliamo: domenica 10 settembre, in occasione del gemellaggio del Festival con la Giornata Europea della Cultura Ebraica, si svolge il dibattito Diaspora, Identità e Dialogo; lunedì 11, per le Identità disperse, vengono narrate le vicende degli ebrei nell’Italia meridionale; martedì 12 settembre è scandito dalla presentazione del libro La ragazza con la Leica: la fotografia come narrazione.
La ragazza con la Leica
Il libro (ed. Guanda), in questi giorni nelle librerie italiane, dell’autrice tedesca naturalizzata italiana, Helena Janeczek, racconta la singolare storia di Gerda Taro e del famoso foto-giornalista Robert Capa, fondatore dell’agenzia fotografica Magnum Photos.
Nato in Ungheria, di origini ebraiche, il vero nome del foto-giornalista era Endre Ernő Friedmann. Lasciò la patria per trasferirsi in Germania che, a sua volta, abbandonò per l’avvento del nazismo.
In Spagna dove documentò la Guerra Civile (1936-1939), la sua compagna, fotografa e polacca di origini ebraiche, Gerda Taro, inventa il personaggio di Robert Capa: un fotografo americano che si trasferisce a Parigi per lavorare in Europa.
La scelta dello pseudonimo nasce anche per l’assonanza con il nome del celebre regista americano Frank Capra.
Firmano entrambi con il nome di Capa. E funziona. Con il “fotografo immaginario”, la coppia Capo-Taro moltiplica il lavoro.
Taro sarà la prima foto-reporter a perdere la vita nello svolgimento del proprio lavoro, in Spagna nel 1937. Aveva soltanto 27 anni. La ragazza con la Leica, di Helena Janeczek, è, naturalmente, Gerda Taro.
Al libro di Helena Janeczek, il 5 luglio 2018 è stato assegnato il Premio Strega.
Per approfondimenti: Festival Internazionale della Letteratura e Cultura Ebraica