Giovani fashion sulla scia dei rapper
Eccentricità con stile, ormai un must per i nostri rapper che vestono tassativamente un marchio importante. È il caso del giovane Clementino che si fa portavoce della linea sportiva Puma sugellando una morsa fra la moda e la musica, marketing e branding.
Tuttavia, se ci si addentra nei meandri del pianeta rap, si incontra anche chi si è spinto avanti e, oltre ad essere testimonial di marche specifiche, ha creato un suo personalissimo brand come Guè Pequeno (foto a lato), dei Club Dogo o Fedez.
Quest’ultimo, sebbene sia oberato di pluri impegni in televisione, ha ideato una propria linea di moda, Nogodz in collaborazione con Sisley. Si tratta di un marchio che si rifà alla “guerriglia pop” della street art americana, un mood con un suo concept non esplicitamente dichiarato che spetta ai giovani fruitori interpretare.
Perfino le nuove voci fanno del fashion una parte integrante del loro sound musicale. Addirittura c’è chi come Sfera Ebbasta, non solo possiede una sua linea, BHMG, ma decide di indossare sempre e comunque grandi firme: Gucci, Yves Saint Laurent e le immancabili Nike.
Abiti sinonimo di lusso e benessere a testimoniare forse l’avvenuta ascesa. Guardare e ascoltare, il nuovo paradigma del rap e della rivalsa sociale ad esso connessa. Ma come reagiscono al fashion rap i nostri giovani, arruolati nell’esercito dei selfie?
Ad osservarli in branco, questa nuova generazione sembra immune dalle mode vigenti sempre più assorbita da internet e dalla nuova televisione, pay o digitale. Eccoli i nostri adolescenti seduti davanti a videogiochi come automi senza riferimenti, senza connessioni con il passato e tantomeno con il presente. Vittime e carnefici del digitale e dell’audiovisivo. Un pianeta senza logica da cui vengono estromesse la riflessione e la concentrazione. Eppure questi bulimici del web talvolta stupiscono, rivelando la loro inevitabile voglia di protestare.
In concomitanza con l’istaurarsi di un linguaggio basic, dunque le nostre giovani menti apparentemente sazie di notizie a buon mercato, cercano e trovano nuove forme per veicolare le loro istantanee convinzioni. Ideali di passaggio, eppure segni indelebili di onorata riflessione. Un esempio in tal senso è la predilezione che una parte degli adolescenti ha appunto per il sound rap e per il suo stile di riferimento. Basta entrare nelle nostre scuole per osservare lo strano paradosso. Parimenti ai loro idoli, gli adolescenti indossano vestiti tendenzialmente sopra misura a testimoniare una ricercata trascuratezza; uno stile che ha e fa moda, grazie ai marchi che pubblicizza.
Dietro ai banchi abbondano le grandi firme dei jeans, delle scarpe, delle felpe. Così il fashion diviene inaspettatamente baluardo di posizioni alternative. La protesta sociale sale sul red carpet e, al suon di musica e rime, reclama il plauso dei teenagers. Certo è che immaginare Marx vestito Gucci fa un certo effetto.