Un inno ai Patrimoni dell’Umanitá

CRACOVIAAperta il 2 luglio, in Polonia la 41esima sessione Unesco che si protrarrà fino al 12 luglio 2017.

Si affronteranno tematiche di attualità geopolitica quali la mozione palestinese in cui si nega la sovranità di Israele su Gerusalemme o la protezione della Polonia sulla foresta incontaminata di Białowieża, autentica riserva della biosfera che un tempo ricopriva gran parte dell’Europa orientale; patrimonio dell’Umanità dal 1979 e considerata “l’ingresso nell’ultima frontiera selvaggia incontaminata d’Europa”.

Quest’anno inoltre si valuterà la richiesta lanciata nel 2016 dalla Polonia di inserire nella lista del Patrimonio dell’Umanità, le storiche miniere d’argento nelle montagne di Tarnów (Slesia).

 

Comitato Unesco attuale

Angola, Azerbaijan, Burkina Faso, Croatia, Cuba, Finlandia, Indonesia, Jamaica, Kazakhstan, Kuwait, Lebanon, Peru, Philippines, Poland, Portugal, Republic of Korea, Tunisia, Turkey, United Republic of Tanzania, Viet Nam and Zimbabwe.

Funzioni del comitato

1) identificare sulle candidature promosse dagli Stati, valutando le proprietà culturali e naturale di eccelso valore universale che devono essere protette dalla Convezione Unesco e inscritte nella lista di Patrimonio Universale (World Heritage);
2) monitorare lo stato di conservazione delle proprietà iscritte nella Lista del World Heritage List, decidere quali patrimoni sono a rischio di rimozione dalla Lista e quali inserire;
3) esamiare le richieste di Assistenza Internazionale finanziata dal Fondo Unesco

Ricordiamo che chi desidera organizzare un evento laterale o una mostra durante le 10 giornate Unesco può scrivere al Segretariato Unesco (Mr David Martel; d.martel@unesco.org); la scadenza per quest’anno è stata il 2 maggio, dunque 2 mesi prima dell’evento.

Iniziano i lavori

A presenziare l’apertura, il Presidente della Polonia Andrzej Duda, il Direttore Generale Unesco, Irina Bokova e altri leader mondiali. Il Presidente Duda ha dato il benvenuto al Comitato e ha descritto il ruolo dell’Unesco rispetto al centro storico della città. “L’iscrizione della città nella lista dei Patrimonio Mondiale Unesco nel 1978” ha spiegato Duda “segnò un’autentica svolta per la salvaguardia dei suoi palazzi artistici, così come l’iscrizione del centro storico della città, nonostante le pesanti distruzioni durante la seconda guerra mondiale, a testimonianza della fondamenta della nostra civiltà”.

Sulla stessa linea il Ministro della Cultura e del Patrimonio, Glinski: ” Oggi siamo in grado di capire meglio che cosa stia succedendo in altre parti del mondo grazie al nostro passato; abbiamo imparato lezioni che siamo in grado di condividere con gli altri” alludendo alla città siriana di Aleppo.

La Polonia, dove, dopo la II guerra mondiale, vennero completamente ricostruite città distrutte come Varsavia, è ben consapevole del potere della cultura per dare speranza e riacquistare fiducia. Sa bene “che ovunque la cultura si rigeneri, un popolo viene rigenerato con essa “, ha dichiarato il Direttore Generale dell’UNESCO”. “Come la Convenzione cresce, così la nostra responsabilità è di rispettare le sue regole, testi e spirito”.

Durante la prima giornata, tra gli avvenimenti ufficiali, la visita al Museo Nazionale di Cracovia dove è custodito il capolavoro di Leonardo da Vinci “La dama con l’ermellino”, un tempo proprietà della storica e nobile famiglia dei Czartoryski e ora proprietà nazionale.

L’anno scorso il Comitato si riunì  Instabul, dove venne presentata la mostra interattiva “Going against the time flow“; parte del documento è stato ripreso nel documentario di quest’anno dal titolo provvisorio “Going Against the Sands of Time“, diventato poi “Against the Sands of Time ” (Contro le sabbie del tempo) co-prodotto dal magazine online Culture.pl.

Il film è il risultato della collaborazione di un gruppo nutrito di esperti, accademici ed archeologici, raccolti intorno al settore polacco The Explores Club (Unesco) dell’Università di Varsavia e del Politecnico di Wroclaw; 21 minuti di metraggio che, in modo moderno ed efficace, presenta e promuove le opere degli accademici polacchi dedite alla conservazione e la documentazione dei monumenti architettonici, i nuovi metodi di ricostruzione e restauro, basati sulla stampa 3D e/o misurazioni laser e altri materiali, così come la presentazione di importanti posti in Siria come il tempio di Al Lat a Palmira.

La proiezioni di film mirano ad aumentare la partecipazione di scienziati polacchi (in particolare di archeologi e gli ingegneri nel campo della documentazione e ricostruzione dei monumenti), per la ricostruzione dei monumenti danneggiati dalla guerra in Siria, tra cui a Palmira. Un contributo sovranazionale per territori devastati dalle guerre, foriere di desertificazione umana, socio-economica e culturale.

Inno dell’Unesco

Come Inno dell’Unesco nel 2016 è stato scelto proprio un poema di uno dei più importanti poeti polacchi del Novecento, espressione del dolore rimasto senza voce delle atrocità che si consumarono durante il secondo conflitto mondiale, Tadeusz RóżewiczWłosek poeta” (Un capello del poeta), tradotto in decine di lingue. Różewicz  poeta, drammaturgo, romanziere e saggista combatté affinché la drammaticità degli event delia guerra mondiale non si ripetesse nella storia dell’uomo.

Il poeta è certamente qualcuno
Ascoltate la voce del poeta
Benché questa voce
sia sottile come un capello
come un capello di Giulietta

se si spezza tale capello
il nostro proiettile noioso
cade nell’oscurità

Io lo so
vaga tra le nuvole
Ascoltate A volte pende qualcosa
in un solo capello pende
Oggi la voce del poeta per questo capello
Ascoltate

Qualcuno là ascolta

Conservazione, ricostruzione, poesia, tre elementi che si integrano e si rafforzano a vicenda per ri-generare un autentico Patrimonio dell’Umanità, se solo ascoltassimo..

 

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