Arte differente tra Polonia ed Italia
Linguaggio artistico che racconta il passato e il presente pre-figurando il domani. Fra “Oriente e Europeo e Occidente slavo”, come recita il suggestivo saggio dello scrittore e tra i maggiori polonisti a livello internazionale, Luigi Marinelli, si dipana la mostra L’Arte differente: Mocak al Maxxi, inaugurato il 6 dicembre 2016 al Museo Maxxi di Roma, fino al 22 gennaio 2017.
Uno sguardo che attraversa il mondo contemporaneo mediante foto, video, installazioni e quadri. Un immaginario collettivo ed individuale che de-codifica la storia e l’attualità e ci coinvolge sia razionalmente che emotivamente.
La mostra L’Arte differente raccoglie 60 opere, prima mostra italiana dedicata alla collezione del Museo di Arte contemporanea di Cracovia, Mocak.
Che cosa è il MOCAK
Il MOCAK (Museum of Contemporary Art in Kraków ) è il primo museo in Polonia dedicato all’arte contemporanea. Il suo programma comprende sia mostre di arte contemporanea internazionale sia progetti di ricerca, formazione ed editoria. I due obiettivi principali dell’istituzione sono la presentazione dell’arte degli ultimi due decenni nel contesto dell’avanguardia post bellica e dell’arte concettuale, e l’approfondimento su cosa significa fare arte nell’attualità.. Nei suoi cinque anni di attività il museo ha realizzato 106 mostre e prodotto più di 80 pubblicazioni. Attraverso la sua ampia collezione (più di 4000 opere di 235 artisti da 32 paesi)
Vivere l’arte tra noi
Le due ampie sale del Maxxi riuniscono le opere degli artisti polacchi dischiudono davanti allo spettatore, la più cruda contemporaneità sia manifestazione individuale dell’essere che come testimonianza storica di eventi nazionali (della Polonia) come la persecuzione degli ebrei nel 1968 in pieno realismo comunista, in cui ebrei di origine polacca, persero il lavoro: persone comuni che lottano contro persone comuni
Così come il video che riprende in una giornata comune, il dolore di una donna messicana, ammalata per insane inalazioni in fabbrica, che parla della condizione di violenza delle donne nella città di Tijuana e dei massacri della polizia messicana; la donna parla al microfono e il suo volto viene proiettato su un muro, tra i passanti ignari.
Dal Messico alla ri-proposizione di una cella di Guantanamo, opera di Tomasz Bajer– Minimalism of Guantanamo, autentica ri-costruzione della cella di Yasser Talal al Zaharani, un saudita accusato di terrorismo e morto nel 2006. Il minimalismo della rappresentazione risuona con forza nella disperazione e solitudine dell’uomo, solo di fronte al proprio destino.
Un’umanità persa e ri-trovata. Come il dipinto Muntean/Rossenblum che ritrae quattro ragazzi, probabilmente sotto l’effetto di sostanze stupefacenti che si mostrano indifferenti all’incanto della natura che li circonda, smarriti nella loro assenza di stato.
Eventi vicini e lontani che vengono rappresentanti dalla singolare visione degli artisti, dall’impossibilità di delineare una ragione comune. Emblematico il quadro che rappresenta la mostra, Mercy- Abbiate pietà di Pola Dwurnik, una folla di volti che sembrano guardare verso un medesimo punto, forse uno stesso evento, ma le cui espressioni manifestano una vasta gamma di reazioni. 24 ritratti in pieno stile pop con una propria singolarità e personalità.
Scrive, Elżbieta Sala, Responsabile del settore Educational, in una delle pubblicazioni del Mocak: “L’obiettivo delle attività svolte al Mocak è quello di donare dei punti di riferimento che facilitino la comprensione dell’arte contemporanea. Scrivendo “comprensione” intendo la capacità di collocare una data idea in un contesto più ampio. La conoscenza della storia dell’arte, dell’estetica e di altre discipline accademiche non è necessaria per entrare in contatto con l’arte e non meno importante di essa, sono l’empatia, la sensibilità visiva, il senso dell’umorismo, il coraggio.”
Un richiamo all’uomo contemporaneo, ai suoi bisogni estetici e spirituali; al suo incessabile desiderio di comunicare e di comprendere.
Artisti protagonisti della mostra
Krzysztof M. Bednarski, Rafał Bujnowski, Andrzej Dłużniewski, Edward Dwurnik, Tomasz Ciecierski, Katarzyna Górna, Grzegorz Klaman, Zbigniew Libera, Marcina Maciejowski, Józef Robakowski, Wilhelm Sasnal, Jadwiga Sawicka, Mikołaj Smoczyński e Krzysztof Wodiczko. La mostra comprende inoltre un gruppo di artisti internazionali tra cui AES+F, Reza Aramesh, Josef Dabernig, Maya Gold, Krištof Kintera, Sarah Lucas, Shahar Marcus, Muntean/Rosenblum, Shinji Ogawa e Daniel Spoerri.
Per maggiori informazioni