Archeologia. Le Stele-statue del Museo di Pontremoli
Siamo appena entrati in un nuovo secolo, forse impreparati, incuriositi da tutto ciò che ci è sconosciuto ma pervasi dalla voglia di scoprire le nostre lontane origini. Risponde a questa profonda curiosità l’archeologia che ha fatto passi da gigante.
Oramai il sottosuolo italiano (e non solo) è simile a una fonte magica. Ogni giorno vengono alla luce reperti di un passato più che remoto ma che nel silenzio parlano, oh, quanto parlano!
Poi ci sono i territori che sono ‘dentro’ o ‘fuori’ dalla storia perché racchiudono “pezzi” che vanno dall’epoca preistorica alla romanica, dal medioevo al nuovo mondo.
Scopriamo, così, le Stele-statue che ci fanno incontrare quella cultura megalitica, assimilabile a qualcosa di magico che ci riporta a un “mondo” nato nell’età del rame, del ferro e del bronzo.
Un viaggio nel tempo che percorriamo guidati dal professor Angelo Ghiretti, direttore del Museo di Pontremoli nel Castello Piagnaro. Il suo fenomenale racconto ci porta lungo la Via Francigena e la Lunigiana, attraversando l’Appennino Ligure- Toscano e… nel mistero!
Gli Appennini e l’archeologia
Le Stele sono manufatti posti presso le sepolture di guerrieri di prestigio a significare e dimostrare il loro valore. I francesi le chiamano sans bouche perché erano pietre che dovevano parlare, mentre la forma a punta di pugnale volta sotto terra rappresentava la possibilità di camminare con il defunto. Di conseguenza l’anima dello stesso sarebbe rimasta all’interno della stele.
Dal 1985 lungo il fiume Magra e la diocesi di Luni sono riaffiorate 7 stele che rappresentano un’eccellenza sia per il ritrovamento sia per lo stato di conservazione. È un patrimonio che merita la conoscenza di molti perché rappresenta una testimonianza unica. Per questo gli scavi continuano e saranno sicuramente forieri di collaborazioni con altri musei italiani.
Sono varie le zone, dove si faranno ricerche: in Val di Vara, a Zignago, lungo il monte delle Forche e a Levanto, dove è avvenuto di recente l’ultimo ritrovamento: quando, camminando dietro la Torre dell’orologio, padre e figlio hanno trovato un frammento di questo manufatto di circa 30 kg.
E così anche la zona tra Framura e Montaretto potrebbe offrire sorprese. Purtroppo la folta vegetazione e la macchia mediterranea è vasta e difficile da percorrere; mancano sentieri o mulattiere transitabili. L’Appennino, che per gli archeologi era una zona poco interessante, sta fornendo invece molte novità e può divenire precursore di successive ricerche.
Il Castello di Piagnaro a Pontremoli
Il Castello di Piagnaro è uno dei 5 musei virtuosi della Toscana. Al suo interno ospita il Museo delle Statue Stele Lunigianesi Augusto C. Ambrosi.
Completamente rinnovato nel 2015, multimediale, con scenografiche ricostruzioni che riportano alla preistoria, il Museo contiene 42 delle complessive 82 statue-stele che si conoscono a oggi. Nel pieno rispetto della loro sacralità si possono ammirare i 3 tipi di stele (A, B e C), le Sette Sorelle (Stele di Groppoli), oltre alle Stele più recenti di tipo C e il corredo funebre del guerriero di Pulica.
La fondazione della raccolta, avvenuta nel 1975 per volontà del longevo Ambrosi (102 anni), ha salvato dal degrado l’interno Castello.
Ma non si finisce qui
Certamente queste stele-statue essendo oggetti di venerazione e culto è molto probabile che siano in varie zone italiane (vedi Aosta) Firenze (Ponte Vecchio), Cecina e naturalmente Pontremoli e dintorni. Il prof Angelo Ghiretti ne è convinto e lavora a questo progetto senza sosta.
Sì perché l’archeologia non è solo studio ma, principalmente, passione che coinvolge a tal punto che si finisce col farne parte completamente e alla quale non si potrà più rinunciare.
Grazie ad Anna Maria, per il suo interesse costante alle attività organizzate dal MuSel – Museo Archeologico e della città di Sestri levante e per i suoi interventi sempre preziosi e densi di sensibilità. Complimenti!
La ringraziamo per il suo apprezzamento. La giornalista si chiama Maria Teresa.