Per Leonardo, il Genio, ben vale l’omaggio di due presidenti

I 500 anni della scomparsa di Leonardo da Vinci si celebrano dal 2018 e si continuerà per tutto l’anno in corso, ma è soltanto in questi giorni che si avvicina la data specifica dell’ultimo giorno terreno del genio, il 2 maggio del 1519.

Si spense all’età di 67 anni in Francia ad Amboise (Francia), dove trascorse gli ultimi 2 anni di vita, sembra i più sereni della sua esistenza, nonostante non avesse più il vigore di un tempo e godesse di cattiva salute.

Leonardo andò oltralpe su invito del re Francesco I, suo grande estimatore, che lo fregiò del titolo di “primo pittore, architetto e ingegnere di corte”, con degno vitalizio e degna residenza presso il Castello di Clos-Lucé.

Portò con sé il pupillo Francesco Melzi e il fido assistente, Battista de Vilanis, numerosi manoscritti e dipinti tra i quali La Gioconda.

E in Francia che il Genio completò i suoi manoscritti: il Codice Arundel, (conservato a Londra) il Codice Atlantico (oggi alla Biblioteca Ambrosiana di Milano),  i Fogli di Windsor, così chiamati perché custoditi nell’inglese castello omonimo e il Codice Leicester (l’unico in mani private – leggi Bill Gates). Progettò il Castello reale di Romorantin per la mamma del re, Luisa di Savoia e curò le scenografie, alcune memorabili, delle feste di corte, per le quali ideò il famoso leone meccanico.

Nell’aprile 1519 dettò il testamento al notaio Guglielmo Boreau (qui il testo integrale), nel quale dispose, fra l’altro, di essere seppellito (dopo solenne cerimonia che includeva anche la presenza di 60 poveri) “drento la giesia de sancto Fiorentino de Amboysia”, cappella reale di Amboise.

Ma la cappella, qualche anno dopo dalla sepoltura, fu distrutta. Dalle lotte fra cattolici e ugonotti (seconda metà del Cinquecento) alla Rivoluzione Francese (fine Settecento), la tomba di Leonardo venne aperta e violata più volte e le spoglie disperse.  Soltanto nell’Ottocento, dopo alcune ricerche, vennero identificati  i resti (per alcuni presunti) di Leonardo, che vennero sepolti nella Cappella di Saint-Hubert del Castello di Amboise, dove si trovano ancora oggi. E dove il 2 maggio 2019 i presidenti delle Repubbliche italiana e francese, rispettivamente Sergio Mattarella ed Emmanuel  Macron, si recheranno per rendere omaggio al grande Leonardo da Vinci, nel corso  della cerimonia di commemorazione per il 500° anniversario della sua morte.

 

 

Fotografie: Leonardo da Vinci, autoritratto – Biblioteca Reale di Torino; lapide nella Cappella di Saint-Hubert- Castello di Amboise (Francia)

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