Di semi e di pietre. Viaggio nella rinascita di un territorio

Di semi e di pietre. Viaggio nella rinascita di un territorio è il titolo della mostra fotografica curata da Giulia Ticozzi che commemora il 5° anniversario di quel terribile 24 agosto 2016 quando si verificò la prima di quella che poi si rivelerà una sequenza di scosse sismiche (l’ultima il 18 gennaio 2017), che provocarono complessivamente 303 morti, 388 feriti e 41mila sfollati. Passa alla storia come il Terremoto del Centro Italia perché gli eventi sismici interessano l’Abruzzo, le Marche, il Lazio e l’Umbria.

Quella prima scossa avvenne alle ore 3:36 ed ebbe una magnitudo 6.0 e l’epicentro nella Valle del Tronto; e un’altra un’ora dopo e poi a pochi secondi di distanza un’altra ancora altrettanto forte. In tutto, soltanto nella notte e mattinata, del 26 agosto furono 300 le scosse di varia entità che distrussero Amatrice, Accomuli e Arquata.

La immagini della mostra diffusa e all’aperto tra Accomuli e Amatrice ci restituiscono le persone e i luoghi in quei terribili giorni. Di chi non c’è più e di chi è rimasto che non vuole dimenticare e, anche per questo, guarda al futuro.

Centoventi fotografie, la summa di 5 anni di lavoro dei professionisti del collettivo Terra Prooject; un progetto nato per la committenza di un anno de La Repubblica che poi i fotografi hanno deciso di proseguire come ricerca collettiva fino a giugno 2021.

Cinque anni di lavoro che costituiscono “un tempo lungo, un tempo lineare che permette di osservare con attenzione i mutamenti di qualcosa che cambia, magari con fatica e lunghe attese. Siete stati testimoni di un tempo ciclico, avete documentato questi mutamenti attraverso le stagioni, i tempi dell’agricoltura, gli anni scolastici” scrive Giulia Ticozzi, sulle pagine del sito del collettivo”.

I testi delle firme di Repubblica, Paolo G.Brera, Benedetta Perilli e Corrado Zunino, (media partner del progetto) e il podcast di Mario Calabresi completano la mostra che sarà visibile fino al 5 settembre 2021.

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