Il dovuto riconoscimento all’arte del Perugino
Un’amica mi ha chiesto: “Di chi è l’opera che troneggia nell’Oratorio di S. Maria dei Bianchi a Città della Pieve?”. Ecco, così ho rincontrato Pietro di Cristoforo Vannucci del quale avevo già ammirato l’Assunzione della Vergine, i Miracoli della vera Croce, il Matrimonio della Vergine ed il Battesimo di Cristo.
Ma l’opera l’Adorazione dei Magi, visibile nella prima stanza e posta nella parete dell’oratorio, ha un tale fascino da lasciarti senza parole. Quei colori perfetti, quei giochi di immagini e visi veri, quella prospettiva del paesaggio sullo sfondo è non solo una specie di cartolina enorme, l’affresco è largo 7 metri e alto 7,50, ma nel guardarlo è come se tu avessi incontrato e conosciuto quei personaggi da sempre.
Leonardo da Vinci, compagno di scuola
Nato nel 1446 circa a Casal della Pieve (oggi Città della Pieve) e morto tra il febbraio – marzo del 1523, il Perugino, come è noto Pietro di Cristoforo Vannucci per la sua origine, ebbe la fortuna di conoscere Leonardo da Vinci, quale compagno di scuola, ed entrambi seguirono la stessa linea pittorica nella rappresentazione dei paesaggi.
I suoi affreschi subirono la tendenza del gusto fiammingo e nei suoi volti ci fu sempre molta luce, perché i colori riuscivano a portare in primo piano tutti i particolari rendendoli visibili anche a distanza.
Raffaello, l’allievo
Quando scese a Roma divenne amico del Papa Sisto IV e cominciò a decorare la Cappella Sistina, e la sua mano dipinse il Battesimo di Cristo, il Viaggio di Mosè in Egitto e la Consegna delle chiavi e, probabilmente, ebbe l’intuizione di porre i ritratti dei Pontefici nelle nicchie poste sopra il registro. Nella cappella dell’Assunzione della Vergine, papa Sisto IV si è voluto far ritrarre ai piedi di Maria tra gli apostoli.
In quel periodo Raffaello divenne suo allievo e ne copiò il modo di usare il colore, bilanciandolo tra una compostezza chiara ma nel contempo armoniosa.
Leonardo il Magnifico, il mentore
Tornato a Firenze, Lorenzo il Magnifico divenne il suo mentore, e dopo aver lavorato a Volterra, lo portò a collaborare con Botticelli, Girlandaio, Filippo Lippi e il giovane Pinturicchio, impegnandolo così al rivestimento della facciata del duomo di Firenze, resta ancora da accertare se fu il Perugino a dipingere la tavoletta del Louvre che raffigura Apollo e Dafni.
Come non andare poi a Venezia? Lì fece il capolavoro “I Miracoli della vera Croce e rimase talmente affascinato dalla città che ne amò svisceratamente la sua acqua e predilesse i bagni termali cui si sottoponeva soffrendo di una forma di lupus molto fastidiosa.
Sposò Chiara Fancelli che divenne la modella delle sue Madonne, riuscendo ad entrare con dolcezza in quello sguardo e rendendolo inconfondibile: La Madonna con bambino lo testimonia.
Dove sono le sue opere del Perugino? Ovunque
Le sue opere del Perugino sono ovunque, il suo Sebastiano trafitto dalle frecce è stato replicato varie volte e si trova al Museo di Stoccolma, all’Ermitage di S. Pietroburgo, al Louvre, a Panicale e a Perugia. Famose sono le sue pale: quella di Fano, di Vallombrosa, quella nella pinacoteca di Bologna, di Firenze, Sansepolcro e S. Maria dei Servi a Perugia.
A questo grande maestro, l’Italia deve molto, e giustamente la Galleria nazionale dell’Umbria di Perugia gli ha reso omaggio esponendo le sue opere.
Chi volesse vedere questi capolavori sappia che l’apertura di questa Galleria durerà fino a domenica 11 giugno 2023. Affrettiamoci, il ‘500 ci attende e sicuramente non saremo delusi!
Immagine: Città della Pieve, Oratorio di S. Maria dei Bianchi, affresco ‘Adorazione dei Magi’ – Perugino