Georges De la Tour. La serenità nelle tenebre

Nel recente silenzio del lockdown si sono perse tante cose, ma non la mostra allestita a Palazzo Reale di Milano, dedicata a un pittore francese ai più sconosciuto, ma che merita senz’altro di essere annoverato tra i i più bravi del ‘600, il francese  Georges De la Tourriscoperto dallo studioso tedesco Herman Voss, solo nel 1915,  quando vide 3 suoi dipinti e rimase affascinato dal quadro che raffigurava la Negazione di Pietro.

Oggi, dunque, a Palazzo Reale – nella mostra Georges De la Tour. L’Europa della luce,  fino al 27 settembre 2020 – sono esposte 14 opere, provenienti da 28 musei sparsi fra 3 continenti. Il nostro artista non dipinse molti quadri, quindi la visione di questa porzione di sue opere è  qualcosa di molto importante, confrontata, inoltre, con altri dipinti esposti di vari autori europei tra i quali l’italiano Carlo Saraceni.

De la Tour nacque a Vic sur Seille nel 1593 e non poteva non percorrere lo stile caravaggesco, portando sulla tela con i suoi colori tutto ciò che nasconde il non detto che sprigiona ogni sguardo. Quando era giovane il duca di Lorena Enrico II lo prese sotto la sua protezione e lo favorì esentandolo dal pagamento dei tributi, poi nel 1639 re Luigi XIII lo introdusse a corte e ne fece un artista di richiamo. Fu definito ‘l’artista della luce’ rubando la definizione al Merisi, e come l’italiano prediligeva rappresentare popolani e soggetti di vita reale. Il suo dipingere è aperto anche ai colori del giorno e non si sottrae nell’esporre in primo piano dettagli spiccioli del quotidiano: si avventura a dipingere la Rissa tra musici e mendicanti proprio perché dà visibilità alla lotta tra ricchi e poveri. Forse quei visi appaiono un po’ troppo simili tra loro come se nel ritrarli avesse fatto riferimento a qualcuno di conosciuto che lo aveva attratto in modo particolare.

Non poteva però non essere conquistato dai soggetti sacri e quelli esposti a Milano fino San Giacomo e San Giuda Taddeo testimoniano la sua propensione verso il sentimento religioso. Grande impressione lascia la Maddalena penitente dove, in quel volto che si riflette nello specchio, non c’è segno di sensualità né di pentimento. Il dipinto con il Suonatore in ghirlanda con cane è quello di dimensioni maggiori, mentre i Due vecchi contadini ha avuto origine dai ricordi giovanili vissuti in Lorena.

L’artista francese si mostra padrone assoluto del color rosso e il dipinto San Sebastiano trafitto fu posto, in solitario, a capo del letto di Luigi XIII che lo definì di una intimità e drammaticità unica. Il suo percorso religioso continua con la figura di Giobbe deriso dalla moglie e l’Educazione della Vergine, entrambi del 1650, dove vi vede Maria in procinto di tessere e leggere le Scritture.

Come non poteva non scegliere di dipingere il San Giovanni Battista nel deserto. Se ci si concentra nel dipinto non si può non notare come dietro al Battista c’è il nulla ed il tutto contemporaneamente: se la morte è la fine di ogni cosa, non c’è notte, per buia che sia, che non nasconde qualcosa, magari il silenzio ma non quello che fa paura, perché ogni figura che ci sta davanti può parlare e fare rumore. Ecco questa è forse la nostra più calzante interpretazione dei suoi dipinti ed André Malraux, nel suo libro Les voix du silence lo aveva giudicato un pittore misterioso, quanto può esserlo solo una parte serena delle tenebre.

 

Immagini: Quadri del pittore francese Georges De la Tour (1593 – 1652) al quale è dedicata la mostra ‘Georges De la Tour. L’Europa della luce’, presso Palazzo Reale- Milano, fino al 27 settembre 2020

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.