La legione dell’Impero, prima che Roma fosse santa e dannata

La vita della legione nell’esercito romano (Legion life in the Roman army), è il titolo della mostra che il British Museum di Londra dedica al mondo militare dell’antica Roma, dimostrando l’inesauribile fascino di tale civiltà e come ne goda tuttora la città, forse prima ancora del successivo valore e ricchezza artistica.

Roma, città eterna da allora, Caput Mundi che si fa Santa e Dannata nel suo susseguirsi storico, come raccontano Roberto e D’Agostino e Marco Giusti nel docufilm omonimo (con le iniziali maiuscole degli aggettivi Santa e Dannata), disponibile su RayPlay e portato a Londra da D’Agostino, su invito dell’Istituto italiano di Cultura a Londra, in occasione della mostra.

La prima forza combattente moderna e professionale dell’Occidente

La forza e la potenza di Roma e la vastità del suo impero (superava il milione di miglia quadrate) si basavano sull’esercito, secondo i curatori dell’esposizione londinese “la prima forza combattente moderna e professionale dell’Occidente”, che prometteva la cittadinanza a coloro che ne erano privi (e alle loro famiglie) e offriva una vita migliore ai veterani. Una carriera ben definita a partire dal primo imperatore Augusto, dal 27 a.C. al 14 d.C.

Da qui l’ideazione del percorso espositivo attraverso la vita e il servizio di un vero soldato romano, Claudio Terenziano, dall’arruolamento e dalle campagne all’occupazione e, infine, nel caso di Terenziano, al pensionamento; quindi il quotidiano dei soldati, delle donne, dei bambini e degli schiavi che li accompagnavano, ossia delle comunità militari stanziali dalla Scozia al Mar Rosso.

Ricostruzioni ottenute dagli oggetti, dalle lettere scritte su papiri dai soldati dell’Egitto romano e le tavolette di Vindolanda (trovate nell’Inghilterra settentrionale) e i resti umani di due soldati, emersi in Gran Bretagna, probabilmente uccisi e “sepolti clandestinamente a Canterbury”, fatto che suggerirebbe “una resistenza locale” ai romani.

Il destino in un documento falso

“Pochi uomini nascono coraggiosi; molti lo diventano grazie alla cura e alla forza della disciplina” scriveva Vegezio nel IV secoli e i curatori di Legion fanno loro la frase per l’apertura dell’esposizione.

Eppure fra le cause del lungo declino e poi caduta dell’Impero (formalmente collocato nell’ano 476, con la deposizione dell’ultimo imperatore romano d’Occidente, Romolo Augustolo), ipotizzate dagli storici moderni troviamo la perdita dell’efficienza del suo esercito che però – paradossalmente – esercitava ancora una grande influenza sul governo centrale.

Seguirono per Roma secoli buoi,  in balia delle invasioni barbariche, volutamente dimenticata dagli imperi d’Occidente e d’Oriente. Depredata, deperiva. Perdeva la sua civiltà, infrastrutture comprese. Putrida, cadeva vittima di povertà e pestilenze: se nel periodo aureo contava una popolazione di oltre un milione di persone, nel VI secolo era abitata da meno di 30mila persone.

Passata dalle mani degli imperatori di Bisanzio ai re germanici (Unni e Ostrogoti) e longobardi, poteri lontani e latitanti, a parte un senato depauperato, l’unica autorità rimasta era il Vescovo di Roma, il Papa, protettore delle tombe dei santissimi Pietro e Paolo,  autorità massima dell’unica religione consentita dal 314, sigillata da un documento voluto da Costantino che consegnava al Vescovo la citta e l’Impero d’Occidente; documento che dopo qualche secolo si rivelerà falso.

Nel 590 papa Gregorio, che diventerà Magno, descriveva la città come “oppressa da uno smisurato dolore, si spopola di cittadini; assalita dal nemico, non è più che un cumulo di macerie “. Oltre che guida religiosa si fece allora guida politica. Iniziava la configurazione della futura capitale del mondo cattolico. Roma diventava Santa.

Roma, Santa e Dannata

Roma Santa e, inevitabilmente, dannata perché – spiega D’Agostino – il Bene e il Male sono due facce della stessa medaglia e quella medaglia sono i romani.  “Mi ha sempre stupito che il buon Dio si sia invento una città santa mettendoci accanto il Diavolo. Una Gerusalemme, il Vaticano, che ha intorno una Babele, Roma”.

Roma caput mundi come la chiavica der monno, scriveva il poeta Belli nell’Ottocento.

Dopo circa un secolo la parabola lirica belliana la ritroviamo nella storia paradigmatica di un locale di proprietà del Vaticano, a 700 metri dalla basilica di San Pietro con la cui storia si apre il docufilm: dapprima ospitava il Mercury, cinema a luci rosse, poi sul finire degli anni Ottanta, con l’arrivo delle videocassette e la crisi del filone, si trasforma in Muccassassina, il locale notturno più trasgressivo della Capitale. Diventa, quindi, sede dell’ ufficio stampa del Giubileo. E, oggi, ospita il centro conferenze della Lumsa, la libera Università Maria Santissima Assunta”.

“Qui non ci siamo mai fatti intortare da filosofie, dogmi, ideologie. Il cattolicesimo è l’unica religione inclusiva: accoglie tutti e tutti assolve” conclude D’Agostino. E viene da pensare che tra la santità e la dannazione, ogni romano o residente che sia, riesca a trovare il proprio spazio di libertà, ma assalito dall’irrisolvibile dubbio: Roma si è mai veramente ripresa dal declino dell’Impero Romano?


Mostra: Legion life in the Roman arm;

dove: British Museum, Londra;

quando: fino al 23 giugno 2024.


Documfilm: Roma, Santa e Dannata, di Roberto D’agostino e Marco Giusti;

streaming: RayPlay

 

 

Immagini: 1) locandina della mostra ‘Legion life in the Roman arm’, al British Museum di Londra; 2 frame del docufilm ‘Roma Santa e Dannata’ di Roberto D’Agostino e Marco Giusti, insieme nell’immagine, proiettato all’Istituto Culturale Italiano a Londra, su invito in occasione della mostra

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.