La scoperta dei rilievi rupestri dell’Assiria. In memoria di Khaled al-Asaad
Il 18 agosto 2020 saranno trascorsi 5 anni dalla morte dell’indimenticabile archeologo siriano e studioso di fama mondiale . Lo studioso aveva dedicato la sua vita agli scavi archeologici di Palmira, sua città natale, nell’accezione più piena del termine. Infatti, per salvaguardarne i preziosi scavi, al Asaad non aveva lasciato la sua città nonostante nel maggio 2015 fosse stata invasa dai miliziani di Daesh, nel pieno della guerra siriana. Rapito nel luglio successivo e condannato a morte, l’archeologo subì una violentissima esecuzione pubblica il 18 agosto di ormai, 5 anni fa. La macabra esecuzione che suscitò orrore e commozione in tutto il mondo venne documentata e diffusa dagli stessi terroristi. Klaled al-Asaad, come lo definimmo allora, è un martire della cultura.
A Kaled al Asaad è stato intitolato il premio International Archaeological Discovery Award Khaled al-Asaad il più ambito riconoscimento a livello internazionali per gli archeologi e per il quale, in questa edizione 2020, concorre anche l’Università di Udine insieme alla Direzione delle Antichità di Duhok per la loro scoperta di 10 grandiosi rilievi rupestri dell’VII e VI secolo a.C. che raffigurano il sovrano e gli dei maggiori dell’Assiria (attuale zona dell’estremo nord dell’Irak), compiuta nel maggio 2019.
Il ritrovamento è ben descritto nella pagina di uniud.it che riportiamo integralmente: “Nei mesi di settembre e ottobre 2019, la missione congiunta italo – curda ha individuato presso il sito archeologico di Faida 10 rilievi rupestri di epoca assira (VIII-VII secolo a.C.) scolpiti nella roccia lungo un antico canale d’irrigazione di quasi 7 km di lunghezza. Il canale di Faida, alimentato da un sistema di risorgenti carsiche, fu fatto probabilmente scavare dal sovrano assiro Sargon II (721-705 a.C.) alla base di una collina. Oggi, il canale, che ha una larghezza media di 4 metri, è quasi completamente sepolto sotto spessi strati di terra depositati dall’erosione del fianco della collina. Dal canale principale si diramavano canali più piccoli, che consentivano di irrigare i campi circostanti e di aumentare la produzione agricola della campagna ubicata nell’entroterra di Ninive, la capitale dell’impero.
I pannelli rinvenuti sono imponenti, lunghi 5 metri e alti 2. La mitologia assira raffigurata sulla roccia è un campionario significativo di divinità e animali sacri. Le figure divine rappresentano il dio Assur, la principale divinità del pantheon assiro, su un dragone e un leone con corna, sua moglie Mullissu, seduta su un elaborato trono sorretto da un leone, il dio della Luna, Sin, anch’egli su un leone con corna, il dio della Sapienza, Nabu, su un dragone, il dio del Sole, Shamash, su un cavallo, il dio della Tempesta, Adad, su un leone con corna e un toro e Ishtar, la dea dell’Amore e della Guerra su un leone”.
La scoperta italo – curda concorre insieme alla Cambogia per il ritrovamento della città perduta di Mahendraparvata capitale dell’impero Khmer nella foresta sulle colline di Phnom Kulen a nord-est di Angkor; ad Israele, a Motza a 5 km a nord-ovest di Gerusalemme, per il rinvenimento della metropoli neolitica di 9.000 anni fa; ancora all’ Italia, e precisamente Roma, per il nuovo tesoro la Sala della Sfinge emerso nella Domus Aurea e per il ritrovamento nell’antica città di Vulci di una statua di origine etrusca raffigurante un leone alato del VI secolo a.C.
Il nome della scoperta vincitrice sarà reso noto il prossimo settembre mentre la premiazione avverrà il 20 novembre 2020 a Paestum, in occasione della XXIII Borsa Mediterranea del Turismo. Ma attenzione in questa edizione l’ International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad presenta una novità: lo “Special Award” che verrà assegnato alla scoperta archeologica che avrà ricevuto più voti dal grande pubblico attraverso la pagina Facebook della Borsa fino al 30 settembre 2020.
La scoperta dei bassorilievi è frutto del Kurdish-Italian Faida Archaeological Project KIFAP, condotto dell’Università di Udine e della Direzione delle Antichità di Duhok ed è diretto da Daniele Morandi Bonacossi e da Hasan Ahmed Qasim con il supporto dei Governo Regionale del Kurdistan – Iraq, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Fondazione Friuli, ArcheoCrowd e Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Oltre alla ricerca archeologica nella Mesopotamia del Nord, il progetto italo-curdo provvede alla tutela, ai restauri e alla formazione e cooperazione internazionale.
La giuria del premio internazionale è formata dalle testate giornalistiche internazionali media partner della Borsa: Antike Welt (Germania), Archéologia (Francia), as. Archäologie der Schweiz (Svizzera), Current Archaeology (Regno Unito), Dossiers d’Archéologie (Francia); dal 2020 anche con British Archaeology (Regno Unito).
Immagini: 1) Palmira (Siria) l’archeologo Khaled al Asaad; 2) I bassorilievi rupestri dell’Assiria, photo by Alberto Savioli per LoNAP