Asia. Scoperta la più antica coltivazione di riso del mondo

È a Kalchayan, sito archeologico nel sud-est dell’Uzbekistan (Asia Centrale) il ritrovamento della più antica coltivazione di riso mai riscontrata, risalente, secondo gli esami al carbonio, a un periodo che varia dal 236- al 194 d. C., corrispondente al periodo Kushan. Autori dell’importante scoperta sono i ricercatori del College of Cultural Heritage dell’Uzbekistan e dell’Accademia delle Scienze Cinese che hanno preso in esame 11 siti sulla riva settentrionale del fiume Amu Darya, dall’età del bronzo al periodo arabo.

Nello  studio,   pubblicato dalla rivista scientifica cinese Science China: Earth China Li Xiaoqiang (primo autore),   parla diffusamente dei metodi applicati per giungere alle prove della datazione dei resti fossili di coltivazione di riso, riuscendo al tempo stesso a ripercorre la traiettoria della diffusione del cereale in Asia occidentale e dello scambio tra civiltà orientale e occidentale lungo la via della seta.

L’archeobotanica, la comparazione con i documenti archeologici locali e i metodi di datazione hanno permesso di concludere che “i resti del riso del Khalchayan corrisponde alla varietà conosciuto come japonica, simile ad alcuni resti risalenti allo stesso periodo riconducibili alla Cina meridionale e all’India nord-occidentale. Un elemento che suggerisce la possibilità che il riso dell’Asia centrale si diffuse dall’Asia meridionale”.

Oltre al riso, sono stati recuperati anche resti di grano, orzo, piselli, miglio, uva e lino. Ciò dimostra che nel periodo Kushan – esisteva già un sistema agricolo diversificato e complesso.

Il periodo Kushan corrisponde all’Impero Kushana, databile tra il 1° e 3° secolo d.C., fondato dalle tribù yuezhi provenienti dalla Cina, indoeuropei di lingua iranica.  Nel periodo del suo massimo splendore si estendeva dal Tagikistan al Mar Caspio e all’Afghanistan fino alla Valle del Gange. Un grande impero di matrice ellenistica che riuscì a unire genti, lingue e religioni: l’iranismo, il buddhismo, l’induismo e che ebbe contatti diplomatici con la Cina, l’Impero Persiano e quello Romano e come ri-conferma la ricerca in questione fu per un lungo periodo il centro degli scambi tra Oriente e Occidente.

Li Xiaoqiang, infatti, azzarda l’ipotesi che l’espansione dell’Impero e i disordini politici potrebbero aver contribuito alla circolazione dei raccolti all’interno del continente asiatico.

L’importante scoperta permetterà ai ricercatori di approfondire lo sviluppo dei primi scambi agricoli sulla rotta dell’Himalaya meridionale e verso l’ Ovest.

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