Viaggio nell’arte siciliana dal Liberty ad Andò, Betta e Camilleri
Solo di recente siamo venuti a conoscenza di una mostra dove l’arte e gli artisti siciliani sono i veri protagonisti di una testimonianza che si snoda negli ultimi cento anni ed è un grande contributo alla cultura della nostra bella isola ma anche per tutta l’Italia.
Noto, l’apripista ideale
Già la locazione di questa esposizione, a Noto, merita una nota a parte. Città del siracusano è stata ricostruita, dopo il terremoto del 1693, secondo le regole dell’urbanistica barocca con la pietra calcarea del territorio. I suoi bellissimi palazzi, chiese, vie sono stati edificati con questo materiale che le è valso il soprannome di Il giardino di pietra e, dal 2002, il titolo Unesco di Patrimonio dell’Umanità.
Noto, dunque, è l’apripista ideale per farci capire a quanti artisti la Sicilia ha dato i natali.
Da Pirandello a Guccione, l’esposizione curata da Vittorio Sgarbi raccoglie 200 opere che vanno dai ritratti ai personaggi, dagli sfondi in case alle nature morte, percorrendo un realismo figurativo che riesce a far differenziare i pittori tra loro, ed esporne la creatività che nasce dalle proprie origini.
Il Convitto delle Arti Noto Museum ospita fino al 30 ottobre l’esposizione Novecento – Da Pirandello a Guccione – Artisti di Sicilia: 120 dipinti, 40 sculture e 20 fotografie ed che altro non sono che la storia di 100 anni della nostra Sicilia. Nomi conosciuti quali Guttuso, Terzi e Gregoretti, maestri del disegno, o come Nicolini autore della malinconica principessa Ennia Lanza o Pina Calì con il suo splendido Ragazzi seduti ove vi sono non solo creatività, ma quel qualcosa che prende per mano il visitatore e lo conduce in un elegante viaggio partendo dal liberty.
Ci sono artisti che raccontano il quotidiano misto a tratti favolistici come fa il Gianbecchina o colei che è padrona di linee arabesche come la Accardi, e la lista degli espositori potrebbe continuare perché la diversità di generazioni porta spesso a distinguersi e a concepire l’arte in modo differente.
Da La Vucciria a Il quadro nero
Il quadro di Renato Guttuso La Vucciria vale da solo il biglietto: in esso c’è vita, natura, lavoro ed un’abbondanza di figure che fanno percepire il caos giornaliero tipico di ogni mercato rionale, in ogni città. La tela, di 3 metri per 3, raffigura una Palermo dove ordine e disordine convivono, rappresentando la vera ‘sicilianità’.
Il pennello di Guttuso è talmente vitale e vibrante da aver ispirato nel 2015 l’opera/film Il quadro nero, ideato dal regista Roberto Andò con le musiche di Marco Betta, sulla base di un testo scritto da Andrea Camilleri e il cui risultato è una mistura di teatro, cinema e opera, emozionante quanto il dipinto, riprodotto fedelmente, come mostra il confronto delle due immagini sopra pubblicate. Sicilianissimi, Andò, Betta e Camilleri ci permettono (distraendoci per un attimo dalla mostra), di allungare il viaggio fino ai nostri giorni.
Patrocinata dai Beni Culturali, dalla Regione Sicilia e dal Comune di Noto la mostra appare come un palcoscenico dove recitano i colori e le immagini, che sembrano prendere vita da qualsiasi punto si osservino.
Immagini: 1) Noto (Siracusa); 2) tela La Vucciria di Renato Guttuso; 3) Riproduzione del quadro di Guttuso per l’opera/film ‘Il quadro nero’ di Roberto Andò e Marco Betta, su testo di Andrea Camilleri