A un passo dal cielo. Le opere desertiche di Hannsjörg Voth

Collegare la terra con la volta celeste è stato l’impulso che ha spinto l’artista tedesco Hannsjörg Voth, pioniere della land art, a creare tre grandi opere nel deserto marocchino di Marha, tra Goulmima e Arfoud.

Realizzate tra gli anni Ottanta e il 2003, queste opere sono la Scala verso il cielo (Himmelstreppe), la Spirale Aurea, (Goldene Spirale) e la Città di Orione, (Stadt des Orion).

Classe 1940, padre architetto il cui tributo lo ha spinto all’arte, formazione a Brema come artista pubblicitario, falegname, pittore negli anni Settanta, costruttore di opere “percorribili” e  impermanenti dagli anni Ottanta in poi, quando scopre il fascino dalla spoglia vastità del deserto, luogo ideale per la land art che prevede l’intervento diretto dell’artista sul territorio naturale.

Seguendo i dettami dell’astronomia dal 1980 all’87,  Hannsjörg Vothrealizza, autofinanziandosi realizza La Scala verso il cielo (Himmelstreppe), una struttura di 56 gradini per 19 metri di altezza con pareti laterali che si ristringono nella parte superiore, come a creare una fessura verticale che volge alle stelle.

La seconda opera, ancora d’ispirazione stellare la Spirale Aurea, Goldene Spirale, è composta da una lunga parete estesa a spirale per 260 metri. Realizzata dal 1993 al 97, al suo centro è stato scavato un pozzo nelle acque del quale galleggia una barca, motivo ricorrente nella produzione dell’artista.

Le sette torri, come le 7 stelle, comuni alle mitologie delle civiltà antiche

Il 1998 vede l’inizio della costruzione dell’imponente progetto – che Hannsjörg Voth completerà nel 2003 – che si rifà alla costellazione di Orione, con 7 grandi torri che formano un modello tridimensionale della costellazione.

La loro disposizione, naturalmente, non è causale: Hannsjörg Voth ha progettato le loro dimensioni in proporzione alla grandezza e alla luminosità delle stelle e funzionano come un osservatorio da dove è possibile seguire il corso delle 7 stelle più visibili della costellazione.

Cosi come non è causale che l’artista tedesco abbia riprodotto proprio questa costellazione: per la sua presenza nella mitologia delle maggiori civiltà del passato quali l’egizia, la sumera, la greca (da cui prende il nome) financo alla cinese.

Una condivisione storica, emblematica di un anelito e di sentire comune che troppo spesso dimentichiamo di provare.

 

 

Immagine: Deserto di Marha (Marocco), opera  ‘Stadt des Orion’, (Città di Orione) realizzata dall’artista tedesco Hannsjörg Voth

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