L’ impianto solare galleggiante. Per risparmiare il suolo e combattere lo stress idrico

Una nuova frontiera dell’energia rinnovabile è rappresentata dalla rete di impianti solari galleggianti sugli specchi d’acqua che seguono il sole durante il giorno, sfruttandone al meglio i raggi.

Si tratta di pannelli fotovoltaici bifacciali che ruotano su 2 assi con sensori meccanici; così facendo riescono ad assorbire tutta la luce solare possibile, aumentando la propria efficienza della produzione energetica e riducendo l’evaporazione e la temperatura della superficie dello specchio d’acqua dove sono adagiati grazie all’ombra e alla barriera di vento che creano.

Benefici, quindi, sia per l’ecosistema acquatico, posto che la refrigerazione ne migliora la qualità riducendo la proliferazione di alghe e altri microrganismi, sia per il risparmio del consumo del suolo, soprattutto quello dedicato all’agricoltura e alla riforestazione.

Questa capacità di ridurre l’evaporazione dell’acqua è diventata un caso di studio in Giordania pubblicato da Science, in riferimento alla mitigazione  dello stress idrico delle acque dolci e alla produzione di energia (fattori strettamente legati alla sicurezza alimentare) che rappresentano autentiche sfide per i Paesi in via di sviluppo con determinate caratteristiche ambientali, ma che sono, comunque, essenziali per più di due terzi della popolazione mondiale che soffre per la mancanza d’acqua dolce a causa del cambiamento climatico

La progettazione e la realizzazione di questo parco solare galleggiante, chiamato Proteus, appartiene alla società portoghese Solaris Float, specializzata nella produzione di energia solare.

Dalle note che fornisce l’azienda, si apprende che tale struttura è di facile installazione anche nei laghi di dighe esistenti “aumentandone la produzione di energia senza ulteriori effetti sull’ambiente”. L’impianto è a zero impatto ambientale.

 

Immagine dalla rete di impianti solari galleggianti Proteus. Photo by Solaris Float 

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