I mozziconi di sigaretta nel circuito dell’economia circolare

Sono 4 mila miliardi i mozziconi di sigaretta che finiscono sulle strade, sulle spiagge e nei mari.  Lo rivela l’indagine Beach Litter 2021.  Il danno è maggiore di quel che si crede perché il filtro del mozzicone è un rifiuto di plastica. I filtri contengono infatti fibre di acetato di cellulosa, un materiale che ha, appunto, origine dalla plastica, la quale, come ormai è noto, si degrada frantumandosi in minime (e semi eterne) particelle (le cosiddette microplastiche) che contaminano suolo, acqua e soprattutto i mari, inquinando l’ambiente e avvelenando i pesci. Per Lega Ambiente i mozziconi sono al secondo posto dei rifiuti spiaggiati.

Oltre alla contaminazione per l’acetato di cellulosa (per l’Enea ogni anno in Italia se ne riversano nell’ambiente 12 mila tonnellate), i filtri di un mozzicone trattengono oltre 200 sostanze tossiche prodotte dalla combustione della sigaretta quali l’arsenico, il piombo il cadmio, il benzene e la formaldeide, tutti cancerogeni.

Per questo dal 2019 con la delibera numero 5, la ‘cicca’ è stata inserita come rifiuto a tutti gli effetti nell’elenco dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali del Ministero della Transizione Ecologica.

Invece di continuare a dispenderlo per l’ambiente come avviene normalmente, a dispetto della legge n. 221 del 2015 in vigore dal 2016 che previde elevate multe monetaria (ma chi le fa?!) se è un rifiuto e, per di più tossico, va smaltito. E se smaltito correttamente può essere riciclati e diventare una buona materia seconda.

L’idea – buona anche come ispirazione professionale per la sua capacità di coniugare sostenibilità ed economia –  è già stata sviluppata dalla start-up di Rovigo, Re-Cig, che dopo 3 anni di studi, incubata nel Progetto Manifattura nel 2019, ha iniziato la sua attività di raccolta e trasformazione delle cicche attraverso il processo di purificazione e trasformazione in materiale plastico di cui detiene il brevetto.

Il materiale finale è un polimero plastico che si presta ad essere materia seconda per la realizzazione di nuovi oggetti in svariati settori.

Interessante di Re-Cig è anche il suo modello di business che si snoda attraverso 4 azioni rivolte ai soggetti commerciali e/o aziendali – ma anche, azzardiamo municipali – che aderiscono al suo progetto: l’installazione degli smokers point, ossia i raccoglitori di mozziconi; la raccolta; il processo dei purificano e di trasformazione della plastica e infine la produzione di nuovi oggetti con il polimero ottenuto. Pertanto sono rispettati tutti i criteri dell’economia circolare.

Creare uno smoker point, informa Re-Cig offre vantaggi, oltre agli indiscutibili ambientali, anche pratici come le agevolazioni fiscali (il servizio è deducibile al 100%), la minore quantità di rifiuti indifferenziati, e la garanzia di maggiore pulizia. Aderire al progetto significa realizzare, e al tempo stesso promuovere, la cultura della sostenibilità, messa a dura prova dalla pandemia e ora dalla guerra provocata dalla Russia in Ucraina che incidendo sulle forniture del gas porta i Paesi dell’UE a ripristinare le centrali di carbone.

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