Detriti e relitti spaziali. È ora di fare pulizia

Detriti spaziali intorno alla Terra- Esa

Dal primo lancio spaziale, il russo Sputnik I – avvenuto il 4 ottobre 1967  – ad oggi sono stati effettuali oltre 6mila lanci nello spazio; il che significa che ci sono 29mila oggetti che gravitano intorno alla terra, ma di questi soltanto un migliaio è operativo.  Gli oggetti che ‘girano a vuoto’ sono satelliti disattivi, stadi superiori dei razzi e detriti.

Il più antico è un satellite canadese  lanciato nel 1962; il più grande è l’europeo Envisat, 8 tonnellate  di peso per 25 metri, disattivo dal 2012.  Agli oggetti vanno sommati i detriti, stimati intorno ai 750mila quelli che superano il centimetro e ben 166milioni quelli più grandi di un millimetro.

Stiamo parlando, quindi, di una discarica spaziale, composta da oggetti inutili e pericolosi, che viaggia ad una velocità di 480 kmh. Ma il problema maggiore – apprendiamo dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) – è che la quantità di  detriti continuerà ad crescere, anche se si interrompessero i lanci da terra.  Soprattutto i “livelli di detriti nelle orbite basse” che sono inesorabilmente in aumento, principalmente perchè generati dalle collisioni. Man mano che aumenta il numero dei singoli elementi di detriti, spiegano dall’ESA, seguono ulteriori collisioni:  una reazione a catena, dunque, che va spezzata stabilizzando la popolazione di detriti in orbite chiave è rimuovendo i grandi detriti dallo spazio”.

L’ESA, nell’ambito del programma Clean Space, sta lavorando alla missione e.Deorbit di rimozione di detriti attiva che prevede la rimozione del grande Envisat, di proprietà dell’Agenzia europea. e.Deorbit utilizza un veicolo spaziale che opera da 800 fino a 1000 chilometri d’altezza; per catturare il satellite, 2 le procedure prese in esame: una rete per prendere i detriti spaziali di diversa natura o un braccio meccanico robotico per catturare i relitti grandi. Una volta presi i satelliti in disuso si farebbero precipitare in modo controllato nell’atmosfera terrestre.  La procedura più accreditata sempre essere la rete sparata dal veicolo spaziale, la quale dopo aver avvolto l’oggetto, con un cavo lo trascina fino a farlo disintegrare o verso un “orbita cimiteriale”.

L’ESA dovrà decidere entro il 2019. La missione e.Deorbit è programmata per il 2023. Ma molto dipenderà dai finanziamenti, considerando che la missione prevede un costo di 400milioni di euro.

Nel frattempo, secondo il quotidiano la Repubblica,  l’ ESA in collaborazione con la Nasa, sta pensano a un protocollo che prevede per ogni nuovo lancio, l’obbligo di ripulire precedentemente lo spazio eliminando dai 5 ai 10 grandi detriti l’anno.

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