Aggiungi un posto a tavola per un pomodoro in più
È stato da poco presentato presso l’Università di Torino nell’ambito del programma Horizon 2020 un progetto molto interessante per le tavole degli italiani da sempre fruitori della dieta mediterranea, fatta di pasta asciutta, condita con dell’ottimo pomodoro della nostra terra.
Si tratta della ricerca TomRes-Novel And Integrated Approach To Increase Multiple And Combined Stress Tolerance In Plants Using Tomato As A Model. Come appare evidente, protagonista indiscusso dell’iniziativa, il pomodoro e le sue tecniche di coltivazione.
Incrementare la produzione del frutto e rendere la sua produzione il meno lesiva possibile per l’ambiente, questo il programma ambizioso che coinvolge 10 paesi membri, ben 25 partner ed oltre 200 figure specializzate. Una vera e propria filiera per la sostenibilità, sostenuta dall’ateneo torinese, che fa da apripista per le innovazioni tecniche agricole.
Dunque l’ UniTo, unita ad aziende agricole, industrie ed enti di ricerca si impegna nel migliorare la coltivazione del pomodoro tanto in serra, quanto in campo dove i cambiamenti climatici giocano un ruolo fondamentale.
Si vogliono studiare nuovi metodi di produzione grazie ad un intervento capillare che integra, ampliandolo, il campo d’osservazione da un punto di vista genetico, biologico e agrario.
L’impegno, infatti, riguarda in particolare il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Ambientali, Scienze della vita e Biologia dei Sistemi, Scienze della Sanità Pubbliche e Pediatriche che osserveranno la funzione degli ormoni chiamati strigolattoni, essenziali per monitorare la crescita e valutare lo stress causato da siccità e scarsità di fattori nutritivi.
Lo studio è coordinato dal Prof. Andrea Schubert il quale afferma: “L’obiettivo del progetto è quello di produrre pomodori, ma anche tecniche, soprattutto, che rendano più sostenibile la coltivazione di questa pianta. Avere pomodori che impattino meno sull’ambiente e che siano più sostenibili anche per il consumatore”
La questione della carenza delle fonti idriche si fa sempre più urgente, bisogna trovare alternative all’acqua, alimentatore di vita, elemento primordiale. Già Talete, filosofo pre socratico, considerava l’acqua come l’archè, sostanza e principio di tutte le cose, per questo seme da difendere. Così, vista in quest’ottica biofilosofica, senza dubbio la realizzazione di condizioni di sviluppo favorevoli del pomodoro, riducendo l’impiego idrico e dei fertilizzanti, diviene una sfida ambiziosa per la sussistenza e l’esistenza umana. Una finalità, sia ben chiaro, da estendere ad altri prodotti agricoli.
Che dire? L’invito per noi consumatori è quello di diventare sempre più consapevoli; consapevoli che il nostro ambiente deve essere difeso dalla follia consumistica; consapevoli che una buona cucina, quella italiana, è ancora auspicabile. E allora, come citava una vecchia canzone “Aggiungi un posto a tavola”, un invito forse troppo anacronistico.