UE. Dalla parte dei piccoli agricoltori vs lo strapotere della Grande Distribuzione
Da tempo i piccoli agricoltori chiedono all’Unione Europea una legislazione che gli permetta di avere maggiore potere contrattuale nel determinare i prezzi di vendita e acquisto, oggi definiti dai giganti della grande distribuzione. E, finalmente, il 10 0tt0bre 2017 il commissario europeo per l’Agricoltura, Phil Hogan ha dichiarato con un tweet che una rappresentanza formata dagli Stati membri, agricoltori, dettaglianti etc, si è dichiarata a favore per una più “giusta” catena di distribuzione del cibo.
L’UE, dopo essersi per anni proposta come ‘intermediario neutrale’, si accinge a prendere posizione netta a favore dei piccoli commercianti in materia di concorrenza e dei piccoli agricoltori in termini di disponibilità della materia prima. Phil Hogan, a Dublino il 6 ottobre 2017, nel corso della conferenza Safeguarding the food chain (Salvaguardiamo la filiera agroalimentare), ha lanciato un attacco allo strapotere degli iper e supermercati. Uno strapotere, come ha spiegato lo stesso Hogan, causato “dall’effetto congiunto di maggiore globalizzazione e di un elevato livello di concentrazione (di supermercati ndr) in Europa”, uno stato di cose che gli conferisce “una leva sproporzionata sui produttori del settore primario (agricoltori e allevatori) ”. Ad esempio la Tesco, insieme a Sainsbury’s e Adsa, controlla il 60% del mercato alimentare britannico; in Francia il 55% è dominato da Carreforur, E. Leclerc e Intermarchè.
Per fare fronte a quanto denunciato da tempo dai piccoli agricoltori, come i pagamenti ritardati e i contratti capestro, Phil Hogan (nella fato a lato), pensa di migliorare la trasparenza dei prezzi sul mercato e aumentare il potere delle cooperative agricole, in modo che i piccoli produttori siano in grado di resistere ai ritardi dei pagamenti e avere maggiore forza nella fase di negoziazione dei contratti con la Grande Distribuzione.
Prevede, inoltre, di obbligare gli Stati membri, su esempio della Gran Bretagna, a istituire i ‘giudici del settore alimentare’, in grado di punire i supermercati nel caso trattassero ingiustamente gli agricoltori. La Gran Bretagna nel 2015 con i ‘giudici’ ha dimostrato che Tesco, dopo un disaccordo su un prezzo, non hanno pagato gli agricoltori per oltre un anno.
L’UE nel 2016 ha istituito una task force formata da 12 esperti che hanno pubblicato un report nel quale sono avanzate le strategie d’intervento. Quindi, entro il 2018, una nuova legislazione dell’Unione dovrebbe regolamentare il settore, creare maggiore equità e contrastare la concorrenza sleale.
La Grande Distribuzione si ribella all’UE: oltre a chiamare in causa il diritto che gli conferisce il libero mercato, afferma che i responsabili della sproporzione del mercato sono in realtà le aziende di trasformazione del cibo, da cui comprano la maggioranza dei prodotti.
Nel frattempo dal 14 al 15 ottobre si svolgerà a Bergamo il G7 dell’Agricoltura al quale parteciperanno oltre ai 7 Ministri, anche la Fao, Ocse, Ifad, World Food Programme. 4 i principali temi dei lavori: sicurezza alimentare, gestione dei rischi in agricoltura, spreco alimentare e lotta ai cambiamenti climatici.
I 2 giorni raccoglieranno inoltre i risultati del fitto programma d’incontri in corso a Bergamo dal 7 ottobre tra associazioni di categoria, istituzioni e produttori.