Mohammed e Zahara. Il futuro ritrovato

Mohammed e Zahara sono la giovane coppia, originaria dell’Afghanistan, giunta all’aeroporto di Fiumicino il 20 dicembre 2021, con il piccolo Hussem di soli 2 mesi.

Sono stati evacuati da Lesbo, grazie al corridoio organizzato da Sant’Egidio, e presi in carico, per l’accoglienza e l’inclusione sociale, da Baobab Experience.

Mohammed vuole studiare medicina. Zahara è una pittrice straordinaria.

Sono rimasti bloccati nei campi profughi dell’ isola greca per due anni.

“Avete presente una prigione? Il campo di Lesbo è mille volte peggio di una prigione” ci dice Mohammed.

Il campo di Lesbo

Continuare a finanziare muri, pattugliamento dei confini, azioni di polizia e prigioni a cielo aperto, anziché investire in passaggi sicuri e accoglienza è la scelta dell’Europa, scrive Baobab. Non è un problema economico, è un approccio ideologico.

Moria Refugee Camp, il primo grande campo profughi d’Europa, è andato in fiamme nel settembre 2020 lasciando 11.000 persone sfollate. Campo governativo, concepito per ospitare 3.000 persone era arrivato ad ospitarne 20.000.

Moria è stato il campo che gli attivisti, dicono, “ricorderemo sempre come un luogo infernale, quello in cui si sono susseguiti senza sosta tentativi di autolesionismo e suicidio di bambini e ragazzi”.

È stato sostituito con il nuovo campo di Kera Tepe costruito su una spianata di terra, dove “ gli alloggi sono teli di plastica, la possibilità di uscire e avere contatti con l esterno è ridotta all’osso”. Ancora “una nuova prigione a cielo aperto”.

Stride, ma solo in apparenza, che dalla tendopoli si veda il mare. Il filo spinato che circonda l’intero campo arriva fin dentro l’acqua, così da impedire ogni evasione.

Ci sono oggi almeno 2.200 richiedenti asilo nel campo di Kera Tepe, di cui un terzo sono minori.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.