Milano. Il Festival dei Diritti Umani
Milano in questi giorni si fa protagonista dei diritti umani, grazie all’importante iniziativa dell’Associazione non profit Reset-Diritti Umani organizzatrice del Festival dei diritti umani, in corso presso la Triennale del capoluogo lombardo dal 3 all’8 maggio 2016.
Il Festival, dedica questa prima edizione ai diritti femminili, come si desume dal titolo che si è dato “Diritti dell’altra metà del cielo”, e spazia dai grandi problemi nazionali come la mafia e l’occidentale discriminazione sul lavoro, l’universale problema del femminicidio, alle grandi tematiche di matrice religiosa, culturale e politica della parte orientale del mondo come le mutilazioni dei genitali, la schiavitù sessuale inflitta dal terrorismo del Daesh, i matrimoni precoci e contro il volere personale. Uno sguardo particolare è dedicato alla faticosa evoluzione democratica in corso in Tunisia e non vengono trascurati i problemi dei migranti, degli omosessuali, dei diversamente abili e il diritto alla
pace.
“Alza lo sguardo” è lo slogan della manifestazione che si prefigge di richiamare l’attenzione di tutti, ma in modo particolare degli studenti, dalla
scuola secondaria agli universitari, con i quali il Programma Scuole del Festival, la cui direzione scientifica è affidata a Marcello Flores, ha iniziato a collaborare mesi addietro, coinvolgendo gli insegnati e gli allievi di circa 30 scuole lombarde. Vari i motivi, spiega Flores, per i quali il Festival si rivolge soprattutto ai ragazzi: perché mostrano particolare interesse alle tematiche sociali e civili e desiderano approfondirle, per creare la consapevolezza là dove non c’è, perché si rafforzi in loro l’interesse nei confronti di un mondo in pieno mutamento dove i diritti civili e sociali sembrano essere messi in discussione anche dove si davano ormai come acquisiti. E il modo migliore per farlo, come commenta Danilo De Biasio, direttore esecutivo del Festival, “è capire quello sta succedendo” per non alimentare “stereotipi e paure” per scuotere dall’indifferenza ai problemi dell’altro e, allo stesso tempo per sapersi “aprirsi al mondo”.
La composizione del Festival, le quattro sezioni e il premio
Il Festival è composto da quattro sezioni che si svolgono nell’arco dell’intera giornata, degli intensi 6 giorni della kermesse.
La mattina si apre con la sezione Edu, rivolta esclusivamente agli studenti; i quali sono chiamati alla partecipazione attiva al Festival. Gli è stato chiesto, infatti, di realizzare dei video sui temi trattati dagli incontri, i migliori dei quali saranno premiati e potranno accadere al bando per l’assegnazione di 4 premi del valore di 1.500,00 euro.
Il pomeriggio è la volta delle sezioni rispettivamente Doc e Talk; la prima che comprende la proiezione complessiva di 22 documentari, alcuni in prima visione nazionale, selezionati dall’Associazione Sole-Luna – Un ponte tra le culture, mentre la seconda, Talk, appunto, costituita da dibattiti, tavole rotonde, dialoghi con intellettuali e studiosi italiani e internazionali, lectio magistralis e racconti in prima persona.
Termina la giornata la sezione Film, proiezione di lungometraggi di finzione e non, dei quali 5 in anteprima, selezionati da Vanessa Tonnini, direttrice artistica del Festival Rendez-Vous, dedicato al nuovo cinema francese, da sempre attenta al tema dei diritti umani e del dialogo interculturale.
Correda il Festival, la presenza della prima tappa della mostra itinerante della fotografa marocchina, Leila Alaoui, rimasta vittima dell’attentato a firma Al- quaeda il 18 gennaio 2016, a Ouagadougou (Burkina Faso), dove si era recata per motivi professionali, per conto di Amnesty International La stessa Associazione che ha raccolto gli ultimi scatti della reporter esposti alla mostra, affronta nell’occasione, il tema dei matrimoni forzati e precoci in Borkina Faso.
Documentari, film, musica e testimonianze dirette
Tra gli ospiti e le testimonianze dirette, da segnalare la partecipazione di Don Luigi Ciotti, che ha inaugurato il Festival il 3 maggio, partecipando nella sezione Edu, (per i soli ragazzi) al dibattito a seguito del film “Lea” del regista Marco Tullio Giordana, che racconta la storia di Lea Garofalo, testimone di giustizia e per questo uccisa a Milano nel 2009 per mano del compagno Carlo Cosco, affiliato alla ‘ndrangheta. Rilevante anche la proiezione del “Schiave di guerra, dall’Is a Boko Haram” proiettato il 4 maggio, correlata dalla testimonianza di Nadia Murad, la yazida scappata dallo Stato Islamico dopo mesi di schiavitù, mentre il 7 maggio, nella sezione Film sarà proiettato la “La sposa bambina” della regista yemenita Kahadija Al Salami, realizzato nel 2014 e che sarà in tutte le sale cinematografica nazionali dal 12 maggio 2016, che narra la storia vera di una bambina che a soli dieci anni viene data in sposa.
Mentre il 6 maggio, sempre nella sezione Edu, subentrano le note, con il tema “Io Canto: Quando La Libertà Viaggia Con La Musica – Potere alle Parole. Beat e rime contro le discriminazioni”, progettato dall’Associazione Razzismo Brutta Storia, cui seguirà la premiazione dei documentari realizzati dagli studenti. Cerimonia che si ripeterà l’8 maggio 2016, giorno di chiusura della kermesse, quando sarà proiettato il documentario premiato.
Oltre alla già citata Reset- diritti umani, il Festival è stato patrocinato da Organizzato da Reset-Diritti Umani e patrocinato dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dal Comune di Milano, Città Metropolitana di Milano e dall’Ufficio Scolastico per la Lombardia.
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