La posizione dei medici in materia di eutanasia

Sondaggio medici per testamento biologico

Il Disegno di legge sul Testamento Biologico arranca nel suo percorso in Parlamento. Dopo vari rinvii dall’inizio dell’anno in corso, finalmente il 28 marzo 2017 è stata avviata la discussione.   Ma si è dibattuto soltanto sugli emendamenti all’articolo 1 della proposta di legge, per poi decidere di rinviare il prosieguo alla seconda metà di aprile.

Uno degli argomenti che suscita divisioni, polemiche e rinvii è la parte del Disegno di Legge concernente il consenso informato che prevede per i pazienti la possibilità di rifiutare la nutrizione e l’idratazione artificiale.  Capofila della fronda è la deputata Paola Binetti, psichiatra, che sostiene con fermezza che l’alimentazione e idratazione artificiale non sono una forma di accanimento terapeutico sul paziente e il loro rifiuto lecito configurerebbe un chiaro intento eutanasico. Inoltre, afferma la Binetti, che la  natura vincolante delle volontà del paziente sia verso la struttura sanitaria sia per il medico curante, porterebbe quest’ultimo a limitare il suo operato a mera esecuzione.

Cosa ne pensano i medici

Ma è realmente questo che pensano gli operatori sanitari?

Da anni i sondaggi ci raccontano una realtà diversa da quella descritta dagli oppositori del Testamento Biologico, una diversità costante negli anni. Già nell’ormai lontano 2006 l’oncologo Umberto Veronesi dichiarò che “l’eutanasia clandestina c’è anche in Italia”.  Procedendo nel tempo una rivelazione Eurispes del 2011 affermava che il 48% degli italiani erano convinti che negli ospedali italiani veniva praticata l’eutanasia. Nel 2012 il sito ADUC Salute, riportava lo studio secondo il quale il 66% degli operatori sanitari si professava favorevole alla sospensione della nutrizione e idratazione artificiale se richiesta dai pazienti.

Percentuale favorevole cresciuta negli anni. Il sondaggio condotto dal giornale on line Sanità Informazione, pubblicato dalla stessa il 28 marzo 2017, ci riferisce che per il 71% dei medici, l’eutanasia e lo stesso suicidio assistito dovrebbero essere inseriti nelle strutture del Sistema Sanitario Nazionale.  7 medici su 10, quindi considerano la necessità di legalizzare tali pratiche, ma con una peculiarità che, forse, fa comprendere gli ostacoli che incontra il DDL nel suo percorso parlamentare: solo il 54% del 71% favorevoli, sarebbe disposto a praticarli.

Il sondaggio è stato realizzato raccogliendo le risposte di 1609 operatori sanitari.  È risultato che l’89% conosce il suicidio assistito e l’eutanasia (passiva e attiva). Il 27% ha dichiarato che l’orientamento religioso influisce sulle decisioni che prende da medico.

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