L’opinionisimo a oltranza. La società attuale sembra in preda alla sindrome incondizionata del “io advisor”; un fenomeno iniziato in modo graduale e poi esploso con Tripadvisor (la piattaforma digitale che ormai governa le scelte di ristorazione, pernottamento… di noi esseri umani “digitaldiretti”).
Ogni servizio è commentabile; anche i corsi universitari, ad esempio, la Sapienza Università di Roma ha istituito il questionario OPIS (opinione studenti), in cui sempre in modalità online si può esprimere il proprio giudizio sul corso di studi, seguito.
La libertà di espressione è un diritto costituzionale e ben venga, ma deve essere sempre frutto di un ragionamento nato dalla conoscenza e dall’esperienza, non parole in libertà.
Dialogare ed esprimere il proprio pensiero, contrastando in modo dialettico comportamenti, azioni e ragionamenti è la base del pensiero critico e dello sviluppo dell’essere umano, ma un’emorragia di parole, dettate da uno stato d’animo, carente di conoscenza, non è libertà di espressione è incontinenza verbale ed emotiva. Un’incontinenza distruttiva sia a livello individuale che sociale. Il corrispettivo del selfie. Siamo tanto focalizzati a fotografare ogni momento della nostra vita, che ci dimentichiamo di viverlo quel momento.
Ogni epoca ha le proprie peculiarità, le proprie modalità di comunicazione, di espressione, ma se si perde la dimensione riflessiva, declinata nelle più diverse esperienze intellettuali, cognitive, emotive, perdiamo l’essenza stessa della nostra umanità.
La rete è una grande opportunità, utilizziamola a nostro favore, per crescere, conoscere, condividere, non per depotenziarci.
Chi legge può pensare giustamente che la sottoscritta sta dando la sua opinione; è vero, ma mi sono impegnata a riflettere prima di scrivere. Almeno ci ho provato.
Tutto opinabile, ovviamente.
Foto di copertina: Il pensatore di Rodin