Festival dei diritti umani. L’arte della libertà d’espressione

Danilo De BiasioLa libertà d’espressione, più peculiarmente la manifestazione del proprio pensiero è uno dei diritti fondamentali riconosciuti nei sistemi democratici.Ma godiamo pienamente di questo diritto? E se sì, siamo consapevoli della sua importanza?

Queste sono le domande che corrono nella mente, mentre leggiamo il Manifesto del Festival dei Diritti Umani che si svolge a Milano dal 2 al 7 maggio 2017.

Per la sua seconda edizione il Festival ha scelto come tema centrale la libertà d’espressione ben rappresentata dalla frase di Jean Paul Sartre “Ogni parola ha conseguenze. Ogni silenzio anche” che la manifestazione ha eletto come proprio simbolo.

La libertà d’espressione riguarda tutti gli individui, non fa distinzioni tra gli essere umani, tra chi è cittadino e non ha ancora i documenti per esserlo, riporta il Manifesto del Festival, redatto dal direttore Danilo De Biasio (nella foto in alto). Eppure, continuiamo a leggere, la libertà d’espressione oggi è minacciata non solo nei paesi soggiogati dai regimi dispotici, ma in modo più subdolo anche nelle democrazie avanzate dove “gli esponenti politici storpiano i nomi di uomini e cose, canalizzano l’odio anche attraverso la torsione retorica del linguaggio”.   E attraverso la post-verità, che non significa semplicemente falsità, ma è un fenomeno ben più complesso.

Festival dei diritti umani - logoPer questo il compito del Festival dei Diritti Umani, di questa edizione 2017, è di “ricomporre questa complessità di ragionamenti, di far dialogare culture e generazioni diverse per riaffermare con forza il diritto a esprimersi liberamente”.

Il festival si articola in 5 formati: Edu, Talk, Doc, Book e Film.  Ogni giorno dalle 9 alle 23, con la partecipazione attiva di 2500 studenti, ci sono proiezioni di documentari, film, mostre fotografiche, dibattiti e incontri con intellettuali, studiosi e giornalisti italiani e internazionali.

Complessivamente 19 i documentari, che partecipano al concorso, diretto dall’Associazione SoleLuna, 5 film in anteprima, 70 ospiti provenienti da 40 paesi.

Tra i  tanti argomenti e tanti i ospiti…

Il regista Ivan Cotroneo (2-D) con gli attori Leonardo Pazzagli (S), Valentina Romani e Rimau Grillo Ritzberger durante il photocall del film 'Un Bacio', Roma, 23 marzo 2016. ANSA / ETTORE FERRARI

Tra i film segnaliamo la proiezione di “Un bacio” di Ivan Cotroneo (nella foto a lato al centro  tra gli attori), selezionato anche per il prossimo Festival Cinematografico Internazionale di Pechino.  Il film, che ha per protagonisti 3 ragazzi, che devono affrontare una comunità di coetanei, meschina e “affetta da bullsimo”, offrirà  lo spunto per il successivo dibattito sul tema che vedrà la presenza anche della senatrice Elena Ferrara, tra i firmatari della legge in contrasto del fenomeno.

Tra i tanti ospiti, ricordiamo il giornalista turco Ahmet Insel che affiancato da Ferruccio De Bortoli, affronterà il tema “Giornalismo a libertà vigilata” nella sezione Talk del 2 maggio.

Paolo Borrometi, giornalista minacciato dalla mafia e Luka Zanoni dell’Osservatorio Balcani-Caucaso, che nella sezione Edu del 3 maggio parteciperanno, fra gli altri, al dibattito “Il pericolo non dovrebbe essere il mio mestiere. Il giornalismo tra censure, minacce e guerre”.  Argomento che riprenderà nel pomeriggio dello stesso giorno nella sezione Talk, che vedrà oltre la presenza del già citato Paolo Borrometi, i genitori di Andy Rocchelli, fotografo italiano, ucciso 3 anni fa nella guerra del Donbass (Ucraina), le cui fotografie saranno esposte nella mostra “Dall’ultimo fronte. L’Ucraina di Andy Rocchelli e Andrej Mironov”, organizzata nell’ambito del Festival.

Arzu GeybullaE sempre il 3 maggio nella sezione Book, ricordiamo la presenza della giornalista azera Arzu Geybulla, (nella foto a lato) che interverrà in “Diritti umani e petrolio. Il caso Azerbaijan”.

Il 6 maggio sarà la volta di Padre Alejandro Solalinde, sacerdote messicano minacciato dai narcos. Nella sezione Talk, nel pomeriggio, sarà p presente anche Francesco Greco, capo della procura di Milano al dibattito “Narcocrazia”.

Il Festival dei Diritti Umani è organizzato dall’associazione non profit Reset-Diritti Umani, nell’ambito della Triennale di Milano, istituzione culturale internazionale ospitata all’interno del Palazzo dell’Arte.

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