Regno Unito. L’Agenzia pubblica per la salute approva l’uso dell’e-cig
L’e-cigarette, in altre parole la sigaretta elettronica. Da quando ha fatto il suo ingresso sul mercato, è al centro del dibattito: fa male, fa bene. Ora una decisione perentoria, che potrebbe diradare le nebbie sulla nocività o meno della sigaretta elettronica, ci viene dalla Public Health England (Agenzia per la salute pubblica inglese) che propone l’e-cig come valida scelta al tabagismo e addirittura di offrirla gratuitamente alle donne in gravidanza.
La decisione inglese nasce dal documento preparato da una commissione indipendente che dopo aver ripassato i principali studi sulla sigaretta elettronica è giunta alla conclusione che per il 95% le e-cig sono meno pericolose delle sigarette vere e che non costituiscono il rischio di fumo passivo per chi è accanto a chi le usa, mentre le usa.
Il documento riporta i pareri contrastanti ma termina affermando che “sarebbe tragico se migliaia di fumatori non smettessero di fumare con l’aiuto delle sigarette elettroniche perché spaventati dalle false paure sulla loro sicurezza”. Da cui la convinzione dell’Agenzia inglese per la quale le sigarette elettroniche dovrebbero essere vendute presso gli ospedali e i medici dovrebbero prescriverle a chi vuole smettere di fumare e, per ultimo ma non ultimo per importanza, le e-cig si potrebbero usare ovunque all’interno dei nosocomi.
I motivi di chi la condanna
Per il Ministero della Salute italiano l’83,4 delle persone che hanno adottato la sigaretta elettronica continua a usare il tabacco, regolarmente o sporadicamente e solo il 14,4% è riuscito ad abbandonare le sigarette tradizionali (dati 2017).
Tra i tanti liquidi a disposizione per caricare un’e-cig, chi la utilizza predilige quelli a base di nicotina, per cui, concludono i denigratori, non serve a guarire dal tabagismo perché mantiene costanti i livelli della nicotina nell’organismo umano.
Studi statunitensi del 2015 sono andati oltre, attribuendo all’e-cig rischi per la salute causati dal meccanismo del dispositivo. Il più frequente riportato dai ricercatori-contro è il calore della sigaretta elettronica, che sprigionerebbe sostanze chimiche nocive per la salute, ancora non sufficientemente studiate. Imputato anche il vapore che impedirebbe di tossire normalmente, perdendo così la difesa nei casi di infezioni e soffocamento. E ancora i vari aromi usati per i liquidi per l’e-cig: per una ricerca condotta da uno studioso dell’University of North Carolina su 13 aromi testati, 5 comprometterebbero la presenza del calcio nei polmoni. Sotto accusa principalmente il glicole propilenico e la glicerina vegetale usati entrambi nei liquidi aromatizzati per le e-cig.
I motivi di chi le assolve
Tra i motivi più importanti (se non il più importante) per chi assolve e promuove l’uso della sigaretta elettronica risiede nel fatto che l’e-cig non contiene alcool, ossido di carbonio, catrame, acetone e ammoniaca, sostanze cancerogene che scaturiscono dalla combustione del tabacco e della carta, quando accendiamo una sigaretta tradizionale.
La presenza di nicotina, per chi sceglie gli aromi con tale sostanza, è comunque inferiore a quella presente nella sigaretta normale e, in più, il consumatore ha la possibilità di dosarla.
La sigaretta elettronica non provoca i danni e i disturbi del fumo passivo e, passando a motivi estetici che comunque hanno la loro rilevanza, non ingiallisce i denti e le unghie.
Ed ora a voi, cari fumatori e fumatrici, l’ardua sentenza.