25 novembre – 10 dicembre. Donna, vita e libertà

Donna, vita e libertà. Si chiama così la marcia per i diritti umani fissata per il prossimo 10 dicembre giornata dei diritti umani, data ponte con il 25 novembre, giornata contro la violenza delle donne che, ancora di più delle precedenti questa edizione del 2022 è la voce di tutte le donne del mondo.

La voce delle donne iraniane che hanno dato vita a una rivolta che sta assumendo la connotazione di una rivoluzione grazie alla partecipazione trasversale del popolo tutto: dalle manifestazioni delle strade con i cartelli con su scritto Woman, life, freedom, fino ai campi di calcio del Qatar, dove la Nazionale al suo debutto ai Mondiali è rimasta muta mentre risuonava l’inno, nonostante la repressione della Repubblica islamica abbia già ucciso oltre 300 persone.

La voce dalle donne in Afghanistan delle quali non si parla più per l’accavallarsi degli avvenimenti. Ma sono soprattutto loro che risentono quotidianamente del ritiro delle truppe d’Occidente e del ritorno al potere dei talebani dall’agosto 2021. Sono loro che malgrado il silenzio internazionale non si arrendono e nella loro Kabul continuano a sfidare i talebani per i diritti che avevano faticosamente conquistato nei 20 anni precedenti. A Kabul ma non nel resto del Paese dove questi progressi non erano riusciti a fare breccia in una società arcaica.

La voce delle donne in Occidente, dove la disfunzione comportamentale della cultura patriarcale oltre a continuare a mietere vittime, sembra prendere nuovo vigore là dove l’ascesa delle forze sovraniste supera il conservatorismo per approdare a posizione retrive: come quelle che hanno portato la Corte Suprema degli Stati Uniti, massima democrazia dell’Ovest, ad emettere l’estate scorsa una sentenza che  annulla la precedente del 1973 che riconosceva il diritto all’interruzione volontaria della gravidanza.

La voce delle donne italiane per le oltre 100 donne uccise in ambito familiare e affettivo negli 11 mesi del 2022 e per l’aumento delle violenze sessuali.

La voce delle donne per dire basta alle mutilazioni genitali praticate alle bambine  spesso spose precoci o alle figlie uccise perché non si assoggettano ai costumi dei padri.

Sopraffazione, pregiudizi e violenza contro le donne: un’antica e ripetuta storia di diritti negati. Come avviene a tutte le minoranze sia culturali (come appunto le donne) sia etniche.

Per questo il 25 novembre non può non confluire nel 10 dicembre, quando a Roma si marcerà per affermare i diritti del popolo iraniano contro l’oppressione della Repubblica Islamica, del popolo ucraino contro l’oppressione di Putin, dei tibetani contro la Cina, dell’Afghanistan contro i Taleban, e a fianco di tutte le minoranze o maggioranze dei paesi di lingua araba, dei curdi, dei rohinngya … .

Non c’è pace dove non sono garantiti, rispettati, tutelati i diritti universali, indivisibili, inalienabili delle persone e dei popoli, ricordano gli organizzatori della manifestazione romana “Non vi può essere pace senza giustizia; le guerre, i conflitti, nascono dalla violazione di questi diritti; l’uguaglianza dei diritti di tutti per tutti è valore irrinunciabile e imprescindibile, fondante delle moderne società democratiche”.

 Marcia: Donna, vita, libertà – Diritti umani per tutti ovunque;

10 dicembre 2022, h. 10:00;

piazza della Repubblica, Roma

La manifestazione è organizzata da Articolo 21 e dal Partito Radicale.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.