Autismo. Le difficoltà della quarantena
Il 2 aprile è la Giornata Mondiale per la Consapevolezza dell’Autismo. Il simbolo di questa malattia è il blu che colora anche il nastro distintivo che in queste ore sta suscitando tante polemiche.
Tutto nasce dalla quarantena imposta per contrastare il diffondersi del coronavirus che rende ancora più difficile la vita delle persone affette dalla sindrome dello spettro autistico o di asperger e dei loro familiari. Per loro l’interruzione delle normali attività quotidiane e lo stare chiuso in casa possono creare grandi problemi e determinare in loro una regressione.
Uscire comporta un sollievo alle persone autistiche e alle loro famiglie. Una passeggiata è necessaria alla loro salute soprattutto mentale e possono farlo con le dovute documentazioni e autocertificazioni, ma ciò suscita spesso “atteggiamenti offensivi e minacciosi” come denuncia Sorelle del Cuore – a capo delle associazioni romane Oltre lo Sguardo, Hermes, Nuove Frontiere – citando l’episodio accaduto a Lucca dove una madre, mentre passeggiava con figlio autistico, è stata aggredita oltre dagli insulti “da una sirena da stadio che ha ingenerato una violenta crisi di panico nel ragazzo”. Il fatto di Lucca non è isolato, avviene in molte città italiane.
A fronte di tale difficoltà, e anche per l’approssimarsi del 2 aprile, è partita dai social la proposta di indossare (o esporre in macchina) il nastro blu come distintivo, accompagnata dal seguente dal messaggio “se vedi una mamma e un bambino con qualche indumento blu o nastro blu che cammina nel tuo quartiere non urlare, non insultare. Sono mamme di bambini con autismo e sono uscite per cercare di calmare la loro ansia”.
L’iniziativa ha suscitato pareri contrastanti. C’è chi la condivide mentre molti la rifiutano con sdegno. Come le sopra citate associazioni alle quali si è unito il gruppo Uniti per l’autismo. “ Nastri blu proprio no, grazie. La respingiamo e la condanniamo – affermano le Sorelle del Cuore dal sito superando.it – perché esporrebbe i nostri figli ad un’ulteriore discriminazione. Pensare di assegnare loro un simbolo di riconoscimento ci sembra non solo fuori luogo, ma riporta alla mente altre e più gravi forme di identificazione”.
Ma cosa si deve sapere e fare se costretti ad uscire durante il periodo della quarantena collettiva? Sugli spostamenti dei disabili, a fronte delle misure di contenimento coronavirus, possono tornare utili le risposte alle domande e dubbi più ricorrenti che il dottor David Vagni ha raccolto con la consulenza dello Studio Legale Bianchini Jesurum – pubblicate su cuorementelab.it – e che riportiamo di seguito .
Misure di contenimento Coronavirus, spostamenti e disabilità
1. Per ragioni di salute avrei bisogno di uscire di casa per fare una passeggiata, posso farlo?
Si. Una persona a cui sia stata diagnosticata una patologia o un disturbo tale per cui una limitazione nell’uscire di casa potrebbe recare un pregiudizio al suo stato di salute, può senz’altro uscire di casa per fare una passeggiata, nel rispetto delle regole previste dalle misure di contenimento e restando nei pressi della propria abitazione.
2. Se ho motivi di salute che giustificano la mia uscita di casa per fare una passeggiata, quali regole devo osservare?
Innanzitutto, si consiglia di verificare quanto previsto dalla propria Regione in merito, dal momento che la normativa regionale va ad integrare quanto previsto a livello nazionale.
Le regole generali da seguire sono le seguenti:
• Portare sempre con sé il modulo di autocertificazione, giustificando l’uscita per motivi di salute;
• Non allontanarsi dalla propria abitazione;
• Portare con sé copia della documentazione medica e/o sanitaria attestante la necessità dell’uscita, rilasciata dal medico curante o dalla struttura da cui si è assistiti;
• Mantenere la distanza di sicurezza di un metro dalle altre persone;
• Non uscire assieme a più persone per evitare assembramenti.
3. Ho un familiare con disabilità. Posso spostarmi per prestargli assistenza?
Si, è possibile spostarsi per assistere un familiare con disabilità, purché lo spostamento sia necessario. In questi casi è importante ricordare di prestare particolare attenzione al rispetto delle misure di prevenzione del contagio, in quanto le persone con disabilità possono essere più vulnerabili.
Si suggerisce di verificare quanto previsto a livello locale dalla propria Regione. In generale, le regole da seguire in questo caso sono le seguenti:
• Indicare nel modulo di autocertificazione le ragioni della necessità, il legame di parentela con la persona che si va ad assistere, il luogo di partenza e di arrivo;
• Mantenere la distanza di sicurezza di un metro dalle altre persone;
• Non uscire assieme a più persone per evitare assembramenti.
4. Sono un operatore sanitario. Posso spostarmi per prestare assistenza domiciliare a persone con disabilità?
Si. In questi casi lo spostamento è determinato da comprovate esigenze lavorative, che devono essere autocertificate. Vanno inoltre osservate le seguenti regole:
• Portare sempre con sé l’autocertificazione, indicando le ragioni di lavoro che giustificano lo spostamento;
• Mantenere la distanza di sicurezza di un metro dalle altre persone;
• Evitare assembramenti.
5. Quali professioni sanitarie/assistenziali rientrano fra quelle per cui sono ammessi gli spostamenti?
Sono ammessi, per ragioni sanitarie e/o assistenziali e sempre nel rispetto delle regole di cui alla risposta della domanda n. 4, gli spostamenti dei seguenti lavoratori:
• Medici;
• Operatori e assistenti sociali;
• Infermieri;
• Badanti
6. Ho un figlio con disabilità in età scolastica. Posso richiedere l’assistenza domiciliare per il periodo di sospensione del servizio scolastico?
Si. Durante la sospensione del servizio scolastico e per tutta la sua durata, gli enti locali possono fornire, tenuto conto del personale disponibile, l’assistenza agli alunni con disabilità. È pertanto prevista l’erogazione di prestazioni individuali domiciliari, al fine di garantire il necessario supporto nelle attività didattiche a distanza.
7. Non posso recarmi al centro diurno per disabili a cui di solito mi rivolgo (es: per motivi di salute o perché è chiuso). Come posso ottenere le prestazioni sanitarie fondamentali di cui ho bisogno?
Le Regioni e le Province autonome hanno la facoltà di istituire apposite unità speciali finalizzate a garantire l’erogazione di prestazioni sanitarie e socio-sanitarie a domicilio, in favore di persone con disabilità che presentino condizione di fragilità o comorbilità. Il servizio si rivolge a tutte quelle persone che non possono recarsi presso il centro diurno per disabili o perché è chiuso o perché sarebbe particolarmente rischioso per la salute dell’utente.
8. Come posso verificare se nella mia Regione è attiva l’unità speciale per l’assistenza sanitaria a domicilio per le persone che frequentano i centri diurni per disabili?
É possibile verificare l’attivazione del servizio nella propria Regione, consultando la relativa pagina web o chiamando il numero verde regionale dedicato, reperibile al seguente link.
9. Ho una patologia/disturbo per cui ho la necessità di recarmi dallo psicoterapeuta che mi ha in cura e che si trova nel mio stesso Comune. Posso farlo senza incorrere in sanzioni?
Si. In questi casi gli spostamenti sono consentiti per ragioni di salute, purché si dimostri la necessità della visita e/o l’impossibilità di sospendere le sedute di psicoterapia, in quanto altrimenti ne deriverebbe un pregiudizio per il paziente.
In questi casi, è necessario osservare le seguenti regole:
• Portare sempre durante le uscite l’autocertificazione debitamente compilata, secondo il modello previsto dal Ministero dell’Interno, specificando il motivo di salute e indicando il luogo di partenza e il luogo di destinazione;
• Portare con sé copia della documentazione medica e/o sanitaria attestante la necessità dell’uscita, rilasciata dal medico curante o dalla struttura dalla quale si è assistiti;
• Specificare (se necessario nel caso concreto) le ragioni dello spostamento a piedi o con mezzi privati o pubblici;
• Mantenere la distanza di sicurezza di un metro dalle altre persone, per strada, qualora si utilizzino i mezzi pubblici, o all’interno della struttura sanitaria;
• Non uscire assieme a più persone per evitare assembramenti. Se si ha la necessità di farsi accompagnare, occorre spiegarne le ragioni nell’autocertificazione.
10. Ho una patologia/disturbo per cui ho la necessità di recarmi dallo psicoterapeuta che mi ha in cura e che si trova in un Comune/Regione diverso da quello in cui risiedo. Posso farlo senza incorrere in sanzioni?
Si, purché vi sia la necessità e l’urgenza della visita/seduta di psicoterapia.
Più precisamente, fermo restando quanto detto nella risposta alla domanda n. 9, affinché lo spostamento per ragioni sanitarie in un Comune/Regione diverso sia consentito, oltre a dover essere dimostrata la necessità della visita/seduta di psicoterapia (nel senso che, laddove venisse rimandata, vi potrebbero essere dei pregiudizi per la salute del paziente), deve essere anche dimostrata l’impossibilità di ricevere la medesima prestazione presso il proprio Comune/Regione di residenza.
Anche in questo caso devono osservarsi le seguenti regole:
• Portare sempre durante le uscite l’autocertificazione debitamente compilata, secondo il modello previsto dal Ministero dell’Interno, specificando il motivo di salute e indicando il luogo di partenza e il luogo di destinazione;
• Portare con sé copia della documentazione medica e/o sanitaria attestante la necessità dell’uscita, rilasciata dal medico curante o dalla struttura dalla quale si è assistiti;
• Specificare (se necessario nel caso concreto) le ragioni dello spostamento a piedi o con mezzi privati o pubblici;
• Mantenere la distanza di sicurezza di un metro dalle altre persone, per strada, qualora si utilizzino i mezzi pubblici, o all’interno della struttura sanitaria;
• Non uscire assieme a più persone per evitare assembramenti. Se si ha la necessità di farsi accompagnare, occorre spiegarne le ragioni nell’autocertificazione.
In questi casi, inoltre, è utile conoscere le disposizioni previste a livello locale nel luogo di destinazione
11. Non ho la possibilità di stampare il modulo di autocertificazione. Cosa devo fare?
Il modello messo a disposizione dal Ministero dell’Interno è un mero modello che deve essere seguito per la redazione corretta dell’autocertificazione. Resta comunque ferma la possibilità per tutti i cittadini di scrivere l’autocertificazione a mano, purché presenti i seguenti requisiti:
• Il testo deve essere leggibile;
• Il dichiarante deve espressamente:
o affermare di non essere sottoposto alla misura della quarantena ovvero di non essere risultato positivo al COVID-19;
o indicare il luogo di partenza e il luogo di destinazione;
o affermare di essere a conoscenza delle misure di contenimento del contagio;
o affermare di essere a conoscenza delle ulteriori limitazioni disposte dalla Regione di partenza e da quella di destinazione;
o di essere a conoscenza delle sanzioni previste;
o indicare le ragioni dello spostamento.
12. Devo sempre portare con me il modulo di autocertificazione compilato?
Si, è sempre bene avere con sé il modulo di autocertificazione e l’eventuale documentazione utile a dimostrare la veridicità di quanto dichiarato, in quanto questo velocizza il controllo da parte delle Autorità.
Chi viene fermato ed è privo del modulo compilato, dovrà compilare il modulo che gli verrà fornito dagli agenti al momento del controllo.