Caso Regeni. Le indagini hanno preso la giusta direzione

giulio-regeni-nuovo-vertice-a-romaCome era stato stabilito nel novembre scorso, la delegazione egiziana con a capo il procuratore generale dell’Egitto Nabil Ahmed Sadek è tornata a Roma per un nuovo confronto con il procuratore della Procura di Roma Giuseppe Pignatone accompagnato dal sostituto Sergio Colaiocco. Come è noto, entrambe le procure indagano sulla morte del ricercatore Giulio Regeni, rapito il 25 gennaio e ritrovato cadavere il 3 febbraio 2016.

Consegnati tutti i documento raccolti dalla Procura egiziana

Conclusosi l’incontro, iniziato il pomeriggio anteriore, il 7 dicembre 2016 è stata diramata una nota congiunta nella quale le due delegazioni asseriscono che “tutti i documenti raccolti dalla procura egiziana sulla morte di Giulio Regeni sono a disposizione della procura della Repubblica di Roma”.
Tali documenti, come è scritto sul comunicato “sono quelli che la procura di Roma aveva richiesto nel settembre scorso” con una rogatoria.
“Entrambi le parti” conclude la nota congiunta “hanno assicurato che la collaborazione continuerà attraverso lo scambio di atti d’indagine fino a quando non sarà raggiunta la verità in ordine a tutte le circostanze che hanno portato alla morte di Giulio Regeni”.

L’importanza del verbali e dei tabulati del sindacalista

I documenti che la delegazione egiziana ha consegnato a quella italiana constano anche del verbale relativo alle dichiarazioni rese da Mohamed Abdallah, il capo dei sindacati indipendenti degli ambulanti del Cairo.

Dal verbale emerge che Abdallah, al contrario di quanto era stato dichiarato precedentemente, ha spiato Giulio Regeni da quando l’aveva conosciuto e ha riferito puntualmente degli spostamenti del ricercatore alla Sicurezza Nazionale, il Servizio segreto interno egiziano, fino al 22 gennaio (3 giorni prima della scomparsa di Giulio).

Benché la polizia del Cairo, sempre nel gennaio 2016, dopo aver ricevuto l’esposto dello stesso sindacalista, dove accusava Regeni di essere una spia per conto della Gran Bretagna, avesse indagato per 3 giorni e non avesse “riscontrato alcun elemento di sospetto per la sicurezza nazionale”. Elemento quest’ultimo emerso nel corso del vertice tra le 2 procure del settembre scorso.

Oltre al verbale e ai tabulati la delegazione egiziana ha consegnato ai procuratori di Roma un video che il sindacalista ha girato di nascosto, durante un incontro che ebbe con Regeni  il 7 gennaio 2016.

Dai tabulati telefonici di Abdallah, emerge che i contatti con la sede centrale della Sicurezza Nazionale, sono stati continui. Abdallah non aveva un unico referente, ma forniva informazioni a vari agenti che sono stati identificati, così come si è risaliti alle identità dei poliziotti che hanno effettuato gli accertamenti su Regeni dopo l’esposto del sindacalista e a quelli coinvolti nell’uccisione di 5 criminali comuni, accusati da Il Cairo ingiustamente, di essere i responsabili del sequestro e morte di Giulio Regeni.

Identità che sono state consegnate ai procuratori italiani.

Ricordiamo che Giulio Regeni si trovava in Egitto, per portare avanti la ricerca concernente il suo dottorato sui sindacati egiziani, per conto della britannica Università di Cambridge.

L’incontro con i genitori

claudio-e-paola-regeniCome era stato richiesto nel novembre scorso dalla stessa delegazione egiziana, il Procuratore Ahmed Nabil Sadek nel pomeriggio del 6 dicembre 2016 presso la Scuola della Polizia di Roma, ha incontrato i genitori di Giulio, Claudio e Paola Regeni.

Nel corso dell’incontro, andato avanti per quasi un’ora, Nabil Sadek ha avuto parole alte nei confronti del ricercatore definendolo “un portatore di pace che amava il mondo e la cultura araba”;  ha espresso le condoglianze delle istituzioni e del popolo egiziano e ha preso “l’impegno di non chiudere l’inchiesta fino a quando non saranno catturati i responsabili del delitto”.

I coniugi Regeni hanno apprezzato le parole del Procuratore, dimostrando ancora una volta grande coraggio e ragionevolezza dopo che per mesi, oltre al dolore per la perdita del figlio, sono stati costretti a sopportare ogni genere di accuse rivolte a Giulio e proveniente dall’Egitto, con l’intenzione di depistare le indagini.

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