Le campane. Quando i nonni regalano un sogno

Vi siete mai chiesti perché i piccoli vogliono molto bene ai nonni. Perché regalano loro i sogni e spesso proprio i nipoti vogliono rifare le cose a loro raccontate e perché il più delle volte appaiono a loro come favole.

Così fin da piccolo, Simone Geraci ha accompagnato il nonno dentro un campanile e con il naso rivolto verso l’alto ha seguito i  movimenti di quelle lunghe corde pendenti che producevano dei suoni meravigliosi. Giorno dopo giorno si è reso conto che per lui voleva dice “felicità” imparare a suonare le campane, e da subito ha pensato che quello poteva diventare un mestiere.

Senza sapere però che quel ”lavoro” non era quotidiano e pertanto non gli avrebbe dato a sufficienza per vivere. L’entusiasmo in lui non si però spento, ed oggi a soli 15 anni è considerato il più giovane campanaro d’Italia e la sua bravura ha varcato i confini della Liguria, fino a giungere a Borgomanero, Lucinasco e Candeasco e terrà un concerto a Pieve di Teco. Il ragazzo ha una predisposizione particolare per la musica: suona il piano e l’organo e sta trasmettendo questa passione a un suo allievo di 12 anni.

Frequenta il liceo classico ma viaggia su e giù da Genova a Imperia per “battagliare” ad ogni festa patronale. Sorprende quindi che un ragazzo abbia scelto come hobby un mestiere tanto antico, sicuramente nato prima della scoperta dell’America, e che nelle valli genovesi ha trovato fonte di ispirazione, specie a Breccanecca di Cogorno ed a Borzonasca, dove ancora oggi esiste una scuola dove l’alunno più piccolo ha solo 6 anni.

La costruzione delle campane

Partiamo dalla costruzione delle campane, perché quest’arte, perché di arte si tratta, è nata sulla collina di Calcinara a Recco fino a Uscio e Avegno dove sono costruite o meglio fuse le più belle campane grazie all’amalgama del bronzo, di 68 hg. di rame e 32 di stagno.

La ditta Picasso fondata nel 1594 è fornitrice del Vaticano e 1000 e più sono le chiese ove sono montate e le cui ultime 6 campane hanno preso il volo per il Cile e suoneranno nella Basilica di Santiago. Oggi che l’elettronica è dappertutto, che ogni cosa vola tramite le fibre ottiche, che basta spingere un pulsante e ricevi notizie da tutto il mondo, ci manca però quel suono dolce che ci invitava alla preghiera, quello scampanio gioioso che ci annunciava il giorno della festa sia natalizia che pasquale.

Ben vengano dunque i giovani che vogliono ancora apprendere un mestiere del passato, perché così scopriranno che anche il rintocco di una campana è un segnale di vita e che assomiglia a un’onda di stupore e meraviglia.

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