Storie di oggi. Storie di ieri

Questa pandemia ci ha permesso di conoscere persone speciali, i tanti imprenditori che non si sono rassegnati, le tante famiglie che hanno organizzato la loro vita in modo diverso, senza però alterare, almeno in parte, la programmazione del loro  lavoro quotidiano.

Così due coniugi, Gaspare Morgante e  Laura Terdossi hanno messo al servizio di quanti vivevano soli, ma che erano stati assidui clienti della loro libreria, la possibilità di leggere tramite il telefono libri di ogni genere. Si erano già affidati al circuito Ubik quando da Milano si sono trasferiti in Friuli a Gorizia ed hanno aperto una loro libreria aggiungendone successivamente un’altra a Trieste.

Forse la cultura Mitteleuropea della città, patria di Italo Svevo e Umberto Saba, ha facilitato il lavoro offrendo loro tante soddisfazioni. Ma nessuno sapeva che in questi due ultimi anni un virus avrebbe cambiato il modo di vivere di tutti gli italiani. Che cosa fare, per non chiudere la loro attività?  Pensa e ripensa, l’idea di consegnare libri da “asporto” ha aperto un primo spiraglio, poi verso la metà di aprile del ’20, hanno sfruttato internet facendo presentazioni online.

Ma le difficoltà cui vanno incontro sono tante. La fortuna viene loro incontro quando leggono che una biblioteca, nei dintorni di Madrid, ha organizzato una lettura di testi, ai proprio utenti, per telefono. È il primo Natale con il coronarirus ma anche grazie al loro senso di solidarietà mettono un messaggio sul loro sito e da lì parte un qualcosa di impensabile. I tweet corrono più del vento e il mondo dei lettori si allarga e chiede di poter ascoltare le letture dei libri desiderati al telefono.

Il successo è grande, molti chiedono di conoscere saggi di storia, altri romanzi brevi o gialli, e l’interesse si spande in varie parti d’Italia.

A questo, che sembrava un gioco, partecipano decine di volontari di alcune regioni e sono coinvolti anche i servizi sociali. Tutto ciò giunge alle orecchie del presidente Mattarella, che ammirando questa splendida iniziativa li chiama al Quirinale e li nomina Ufficiali dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Omaggi, dunque, a questa coppia di librai che in tempi duri ha saputo non arrendersi e reinventare un modo per non chiudere quello che si può definire…il baule di tutte le culture.

Storia di ieri

Abbiamo intitolato il nostro pezzo Storie di oggi. Storie di ieri e così aggiungiamo una storia di tanti anni fa, quando qualcuno aveva trovato il modo, per portare  alla conoscenza di tante persone, forse in possesso solo della licenza elementare, de La Divina Commedia

Ci trovavamo a Cinquefrondi ridente cittadina in provincia di Reggio Calabria dove la povertà la faceva da padrona, dove le braccia degli uomini erano al servizio della terra e dove le famiglie numerose combattevano ogni giorno per allevare una miriade di ragazzi e ragazze e dar loro la possibilità di frequentare la scuola.

Nasceva l’8 marzo del 1875, nella famiglia Creazzo, composta da avvocati, letterati e musicisti, un maschio cui fu imposto il nome di Pasquale. Il ragazzo non ebbe l’opportunità di studiare ma grazie alla sua ferrea volontà divenne un autodidatta dalle grandi capacità di apprendere ogni cosa cui si dedicasse studiando da solo i classici greci e latini.

Nella sua vita fu abbozzatore di pipe, aprì un negozio di bibite, ebbe in gestione un’oreficeria, e dal nascere come imbianchino si scoprì un ottimo pittore. Non gli fu difficile quindi cominciare a scrivere e lui scelse di proporsi come poeta dialettale perché voleva che tutti comprendessero le descrizioni della vita misera e umanissima dei calabresi ai quali spesso non restava che l’emigrazione come porta cui entrare per andare incontro ad un mondo migliore. Scrisse moltissimo, fu un numismatico di valore e descrisse la storia archeologica della Calabria, specie sul sito territoriale della contrada Malfalda.

Dedicò gli ultimi anni della sua vita ad insegnare ai giovani i canti de La Divina Commedia e quello che è rimasto ancor oggi nei ricordi della gioventù di allora è quando lui si recava presso il laboratorio di sartoria ove gli apprendisti imparavano il mestiere del cucire e passava ore a dir loro: “Fatti non foste per vivere come bruti, ma…ecc.ecc. e lo stesso faceva salendo sulla corriera che portava i bimbi a scuola.

Sovente il fratello Carlo intervallava queste sue declamazioni con dolci passaggi musicali con il suo violino. Piromalli lo definì: ” La voce contadina e analfabeta” Pasquino Crupi scrisse che la sua poesia rappresentava le donne affamate, le raccoglitrici di olive, i figli abbandonati e gli zappatori mal pagati”.

Ecco, quindi, un altro modo di fare cultura impartendo ai giovani la conoscenza della nostra lingua. Pasquale Creazzo è stato un innovatore ed un gran comunicatore, non pagato, ma davvero importante per quegli anni e per questo ancora sono molti a ricordano. È un po’ come l’essere stato quel Pollicino della fiaba che spargeva sassolini affinché gli altri li raccogliessero e potessero percorrere la via giusta verso il percorso della propria vita in compagnia della… sorella cultura.

 

 

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