La Green Economy diventa Legge
Il capitale umano è la più importante forma di capitale nell’economia moderna. (G. Becker)
In Italia la Green Economy la introduciamo per legge. O meglio: è legge il provvedimento, sul quale il nostro Parlamento sta lavorando da due anni, che immette nel nostro ordinamento legislativo una serie di norme, regole, investimenti e transizioni che vorrebbero dare organicità e vitalità all’energia sostenibile.
Il corpus approvato nelle ore immediatamente precedenti allo stop natalizio, in realtà, è anche e soprattutto un grande omnibus, una sorta di pullman normativo sul quale sono salite (un po’ a caso, proprio come saliamo sull’autobus all’ora di punta) norme e regole di civiltà e di benessere condiviso.
79 sono gli articoli che compongono la legge. E c’è veramente un po’ di tutto.
Ad esempio, si inaspriscono multe e provvedimenti verso gli incivili che, dopo averne consumato gli effetti, sputano le gomme da masticare o gettano i mozziconi delle sigarette un po’ dove vogliono: da adesso in poi, oltre al pubblico ludibrio, rischiano dai 30 ai 300 euro di ammenda. Lo stesso, tra l’altro, vale pure per gli scontrini. Sempre nel settore “civiltà” sta la norma tanto mediaticamente voluta del divieto di pignoramento per gli animali di affezione, ovvero: se falliamo, il nostro cagnolino non può far parte del patrimonio confiscabile.
Ma veniamo all’economia, quella vera: ci sono per esempio norme che vogliono favorire la cosidetta economia circolare, cioè tutta la filiera del riciclo che tante soddisfazioni sta dando al nostro Paese: da oggi, sarà più semplice fare business trasformando in risorse i nostri rifiuti. In questo settore vengono erogate agevolazioni fiscali sulle tasse per i cittadini dei comuni ambientalmente virtuosi, e vengono trasmessi agli enti locali i 35 milioni di euro allocati dallo Stato in investimenti sulla mobilità sostenibile (obiettivo particolarmente sensibile proprio in questi giorni di smog da bel tempo d’inverno).
Sempre in questo pacchetto arrivano pure il fondo per la progettazione delle opere contro il dissesto idrogeologico, 11 milioni per l’abbattimento degli edifici abusivi e il credito d’imposta per le imprese che si debbano accollare le spese della bonifica dell’amianto.
Sempre sullo stesso pullman normativo sono salite pure le norme per l’incentivo ad usare la bicicletta per andare a lavoro (con particolari agevolazioni in caso di infortunio in itinere), la riforma della valutazione dell’impatto ambientale (per sveltire i lavori pubblici), la definizione di blue economy (ovvero, di economia legata al Mare, con 1,8 milioni di euro per le aree marine protette), oltre che a piccoli importanti cambiamenti pure nelle norme di acquisto da parte della Pubblica Amministrazione.
Infine, su questo stesso pullman è salita pure la riforma dell’Enea, il fu Ente Nazionale Energia Atomica già riformato in Ente Nazionale Energie Alternative che chiude con questo provvedimento sei lunghi anni di commissariamento e si avvia verso un ben sperabile rilancio, incentrando le sue attività sul risparmio energetico (ma su questo ente vi promettiamo un approfondimento).
Quindi: parecchio del nostro futuro sale su questo pullman. Ora, speriamo che non siano troppe e troppo lunghe le prossime fermate. E che si arrivi dritti dritti a destinazione.