Italia leader. Sviluppo sostenibile e educazione ambientale diventano materie scolastiche

Due buone notizie. La prima riguarda la decisione del ministro della Pubblica Istruzione, Lorenzo Fioramonti, che ha annunciato che dal prossimo anno scolastico tutte le scuole italiane di ogni ordine e grado includeranno nei programmi 33 ore dedicate allo studio dello sviluppo sostenibile e alle questioni conseguenti ai cambiamenti climatici.

L’Italia, dunque, sarà il primo Paese al mondo ad occuparsi nelle scuole  di educazione ambientale come materia obbligatoria e lo farà dall’anno scolastico 2020. Un primato che è finito sulle pagine dei media internazionali (è questa è la seconda buona notizia), fino a raggiungere la CNN i cui giornalisti hanno intervistato Vincenzo Cramarossa, portavoce del ministro Fioramonti che ha sostenuto che la decisione nasce dalla consapevolezza che i “cittadini del futuro devono essere pronti ad affrontare l’emergenza climatica”.

La questione ambientale sarà trattata nell’ambito dell’educazione civica, mentre lo sviluppo sostenibile – considerata l’ampiezza dell’argomento – coinvolgerà più materie,  quali la geografia, la matematica e la fisica.

Nello stesso articolo la CNN riporta stralci dell’intervista che Lorenzo Fioramonti ha reso a Reuters dove asserisce, fra l’altro, che il Ministero dell’Istruzione “sta cambiando per rendere la sostenibilità e il clima il centro del modello educativo. “Voglio fare del sistema educativo italiano il primo che pone l’ambiente e la società al centro dell’apprendimento scolastico

E in questa ‘rivoluzione’ il Ministero sarà supportato da un gruppo di esperti tra i quali Jeffrey D. Sachs, direttore del Center for Sustainable Development della Columbia University e l’economista e sociologo Jeremy Rifkin, autore del libro Green New Deal, in italiano Un green new deal globale, con l’esplicito sotto titolo Il crollo della civiltà dei combustibili fossili entro il 2028 e l’audace piano economico per salvare la terra (ed. Mondadori).

Lorenzo Fioramonti  nella sua veste di ministro sostiene gli scioperi e le iniziative dei giovani del Fridays for Future ed è favorevole alle imposte sulle bevande gassate e sulla plastica.

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