Consumo del suolo e ri-generazione urbana. “Bloccati” in Senato

consumo del suolo MAGRITTENell’elenco delle proposte di legge, che attendono di essere  approvate in maniera definitiva, troviamo il ddl (disegno di legge)  sul Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato. Approvato il 12 maggio 2016 (iter in commissione iniziato nel 2014) alla Camera dei Deputati, è in corso di esame in commissione al Senato dal luglio dello stesso anno; oltre un anno fa.

Il ddl è di iniziativa governativa in cui sono coinvolti il Ministero dei beni culturali, Ministero dell’ambiente e tutela del territorio e del mare; Ministro delle infrastrutture e trasporti, Ministro delle politiche alimentari e forestali; dato che il ddl risale ad oltre un anno e mezzo fa, i ministri di allora non sono più a capo dei suddetti ministeri.

Considerata la scellerata, perché sregolata ed esagerata crescita edilizia che avviene in Italia, l’approvazione definitiva del provvedimento di legge è di estrema importanza e urgenza. Come dimostrano i dati che ha diffuso l’ISPRA (Istituto Superiore Protezione Ricerca Ambientale): tra il novembre 2015 e maggio 2016 sono sorte coperture artificiali pari a 50 chilometri quadrati di territorio, corrispondenti al consumo del suolo di quasi 30 ettari al giorno. Di questi nuovi cantieri, 17mila sono illegali.

I punti cardine del provvedimento

Il ddl introduce i principi  propri degli articoli 11 e 191 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, per “la valorizzazione e la tutela del suolo, con particolare riguardo alle superfici agricole e alle aree sottoposte a tutela paesaggistica […], nonché di contenere il consumo di suolo quale bene comune e risorsa non rinnovabile […] anche in funzione della prevenzione e della mitigazione degli eventi di dissesto idrogeologico […] e di adattamento ai cambiamenti climatici”.

Il provvedimento, infatti, punta a ridurre le politiche urbanistiche espansive attraverso pratiche urbaniste basate sulla rigenerazione urbana, tutela delle aree agricole, semplificazione delle procedure per gli interventi di riqualificazione e lo sviluppo dell’efficienza energetica del costruito attraverso le demolizioni e le ricostruzioni.

Contenimento del consumo del suolo riuso e rigenerazione urbana. È il punto fondamentale del provvedimento per raggiungere l’obiettivo europeo dell’azzeramento del consumo del suolo  entro il 2050; obiettivo confermato dal Parlamento europeo con l’approvazione del Settimo Programma di Azione Ambientale del 2013.  Le misure del ddl in esame consentono “il consumo del suolo esclusivamente nei casi in cui non esistono alternative consistenti nel riuso delle aree già urbanizzate e nella rigenerazione delle stesse”.

Per questo i Comuni “dovranno fornire specifiche e puntuali motivazioni all’effettiva necessità di consumo di suolo in edificato”.  La rigenerazione urbana, così come intesa dal provvedimento, include anche gli interventi per “l’insediamento di attività di agricoltura urbana, quali orti urbani, orti didattici, orti sociali e orti condivisi”.

Sempre nell’ottica della promozione della rigenerazione urbana e dell’edilizia di qualità, sono previsti incentivi sul piano fiscale.

Deleghe al Governo – Si prevede l’assegnazione della delega specifica al Governo, per semplificare le procedure di rigenerazione delle aree urbanizzate relative alla riqualificazione, demolizione, ricostruzione e sostituzione degli edifici esistenti, creazione di aree verdi, aree pedonalizzate e piste ciclabili e per quelle “funzioni pubbliche e private diversificate volte al miglioramento della qualità della vita dei residenti”.
I Comuni dovranno provvedere al censimento degli edifici sfitti e delle aree dismesse non utilizzate o abbandonate, cui seguirà la creazione della banca dati, con la quale le amministrazioni locali potranno monitorare quanto avviene nel territorio.

Per favorire la sicurezza e l’efficienza energetica del patrimonio edilizio esistente, ad eccezione dei centri storici, aree urbane a essi equiparate e gli edifici sotto il vincolo dei beni culturali e del paesaggio, sarà consentita la demolizione e la ricostruzione degli edifici di classe energetica E, F o G. Prevista la demolizione e ricostruzione anche degli edifici inadeguati dal punto di vista sismico o a rischio idrogeologico. Ma la ricostruzione dovrà avvenire all’interno della medesima proprietà ed essere di pari volumetria all’edificio demolito.

Tutela delle aree agricole – I terreni agricoli sono identificati, concetto ribadito, come luoghi atti alla produzione di cibo.

Il ddl prevede che i terreni che hanno ricevuto i finanziamenti pubblici, secondo le politiche agricole comunitarie (PAC) e i piani di sviluppo rurale (PSR), non possono cambiare destinazione d’uso per i 5 anni successivi al finanziamento.

Il provvedimento introduce il concetto di compendio agricolo neorurale: ovvero “insediamento rurale oggetto dell’attività di recupero e di riqualificazione che viene provvisto delle dotazioni urbaniste ed ecologiche e delle nuove tecnologie di comunicazione e trasmissione dati, in modo da offrire nuovo sviluppo economico e occupazionale”.

Alle Regioni e ai Comuni, “nell’ambito degli strumenti urbanistici di propria competenza, potranno prevede la possibilità di qualificare gli insediamenti rurali come compendi agricoli neorurali con l’obiettivo di favorire lo sviluppo economico sostenibile del territorio”.

Ricordiamo, a titolo informativo, che il 15/03/2013 è stato presentato il ddl 129, prima firmataria, Linda Lanzillotta “Norme per il contenimento del consumo del suolo e la rigenerazione urbana, il cui stato legislativo è “da approvare al Senato”.

Copertina: quadro di René Magritte, 1961 

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