Le microalghe, protagoniste della bioeconomia
Le alghe, le macro e, soprattutto, le micro alghe sono sempre più importanti per il loro contributo potenziale per la transizione verso il modello di sviluppo e di produzione sostenibile.
Ci conta l’Unione Europea che finanzia vari progetti di centri di ricerca e aziende che studiano e impiegano la microalga (minuscolo organismo marino) nel settore dell’agricoltura e della plastica ecologica.
I progetti Sabana – coordinato dall’Università di Almeria (Spagna) e Algaenauts entrambi nell’ambito di Horizon 2020- mirano a sviluppare una bioraffineria integrata su larga scala a base di microalghe per la produzione di biostimolanti, biopesticidi e additivi per mangimi, oltre a biofertilizzanti e aquafeed, utilizzando solo acqua marina e nutrienti provenienti da acque reflue (fognature, centrati e letame suino). L’obiettivo è raggiungere un processo a zero rifiuti su una scala dimostrativa fino a 5 ettari sostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico.
Tre impianti su scala semi-industriale realizzati in Spagna sono lì a dimostrare l’efficacia della tecnologia. Il primo è stato realizzato dall’azienda Biorizon Biotech che produce biomassa pulita di alto valore. La FCC Aqualia tramite l’utilizzo delle microalghe tratta le acque reflue generando biomassa per applicazioni di basso valore. Infine a Hellin è stato creato il primo impianto europeo di trattamento di acque reflue completamente a base di microalghe.
Riguardo alla valutazione dei biostimolanti e dei biopesticidi sono stati coinvolti gli agricoltori di Almeria (zona ad alta concentrazione di serre) coinvolti nel progetto che hanno effettuato sette prove sul campo riscontrando migliore qualità della produzione in termini di sapore, colore e dimensioni. L’UE mira a dimezzare l’uso di pesticidi chimici entro 2030.
Nel frattempo si continua la ricerca nell’Università di Almeria, dove sempre nell’ambito del progetto SABANA, è stato realizzato un centro costituito da 3 ettari dove vengono svolti esperimenti concernenti alla produzione di microalghe che consentano una produzione su larga scala.
Il progetto SABANA è ad accesso aperto per tutte le aziende interessate alla bioeconomia europea. Per promuoverlo è stato elaborato il progetto BIO-PILOTS4U, piattaforma della rete europea e che fornisce una banca dati delle infrastrutture pilota e dimostrative.
Ancora un progetto europeo Nenu2PHAr per sfruttare i batteri marini e zuccheri estratti dalle microalghe per ottenere biopolimeri: ossia bioplastiche più sostenibili di quelle già prodotte dalle colture agricole, perché risparmierebbero l’uso dei campi. 16 partner di 7 paesi dell’Unione sono impegnati nel progetto dal 2020 (e fino al 2024) con un budget di 6,4 milioni di euro per sviluppare il PHA (Polyhydroxyalkanoate) dalla biomassa di micro alghe utilizzando CO2 come fonte di carbonio e processata da ceppi batterici selezionati.