Sakharov 2019 all’attivista per i diritti umani della minoranza Uiguri, Ilham Tohti
Il Parlamento europeo ha assegnato il 24 ottobre 2019 il Premio Sakharov per la libertà di coscienza all’attivista per i diritti delle minoranze uiguri in Cina, Ilham Tohti, professore universitario condannato all’ergastolo nel 2014 per accuse legate al separatismo.
Il neo – presidente del Parlamento, David Sassoli, annunciando il premio da Strasburgo, ha dichiarato che “Tohti ha fatto molto per migliorare la comprensione tra la minoranza uigura e la (maggioranza) in Cina ed è stato condannato all’ergastolo. Il Parlamento europeo esprime il suo assoluto sostegno per il suo lavoro e chiede che sia rilasciato immediatamente dalle autorità cinesi alle quali chiede il rispetto dei diritti delle minoranze in Cina”.
Gli altri aspiranti al premio sono stati: la candidatura congiunta di 3 brasiliani, Marielle Franco, attivista dei diritti delle minoranze e gli ambientalisti Raoni, Claudelice Silva dos Santos e un gruppo di studenti kenioti che hanno sviluppato un’app per combattere l’ablazione genitale femminile.
La cerimonia della premiazione avverrà il 18 dicembre 2019: Ilhan Tohti, naturalmente, non potrà ritirare il premio.
Chi sono gli Uiguri
Gli Uiguri sono un’etnia turcofona, proveniente dalla Mongolia e con una lunga e complessa storia le cui tappe fondamentali, per comprendere la loro situazione attuale, potremmo riassumerle nel modo seguente. Alla morte del fondatore dell’Impero mongolo, Gengis Khan (1162-1227, conquistatore della maggior parte dell’Asia Centrale, Cina, Russia, Persia, Medio Oriente e parte dell’Est d’Europa) i figli ricevettero – nella spartizione dei territori paterni – la Kashgaria, ovvero l’odierno Xinjiang (Nord-ovest della Cina).
La loro graduale islamizzazione avvenne nella prima metà del XIV secolo per volontà di 2 sovrani di tradizione ciagataica (lingua letteraria dell’Asia Centrale dei secoli XIV-XV, derivante dalla lingua turca), Tarmashirîrîn Khân che preferì l’Islam al Buddismo e Tughluq Timur Khan. Nel XVIII secolo la dinastia imperiale cinese Qing annesse ufficialmente la regione all’impero centrale, non mostrando sensibilità verso culture diverse. Il potere centralistico suscitò le prime insurrezione degli Uiguri che condotti da Yaqub Beg (1820-1877) riuscirono a edificare il Regno della Kashgaria, con l’appoggio dei Britannici e dei Russi e con il riconoscimento dell’Impero Ottomano. Ma le forze straniere non fermarono la dura reazione della Cina che dopo la repressione del 1877- 78 riorganizzò l’aria che andò a formare la provincia cinese con il nome di Xinjiang che significa Nuovo Territorio: una definizione mai accettata dagli Uiguri, almeno dai separatisti, che hanno sempre preferito chiamare il loro territorio Turkestan Orientale se non Uiguristan.
Le insurrezioni seguirono nel Novecento; fra le tante ricordiamo la rivolta del 1944, sostenuta dai sovietici che permise agli Uiguri di proclamare la Repubblica del Turkestan Orientale. Ma Stalin (1878 – 1953), dittatore della Russia Sovietica, nel 1949 tolse il proprio sostegno e impose alla neo Repubblica di riconciliarsi con la Cina di Mao Tse-tung (1893 – 1976), fondatore e presidente della Repubblica Popolare Cinese. Il nuovo corso politico cinese riconobbe l’autonomia della Regione Autonoma Uigura della Xinjiang, la sua lingua e i vari dialetti (con caratteri arabi) e la pratica della religione islamica. Erano così 10 le nazionalità musulmane cinesi che nel 1953 si unirono nell’Associazione Islamica Cinese, (fonte: eurasia-rivista.com).
I problemi tornarono negli anni Novanta con il disfacimento dell’Unione Sovietica. Secondo l’osservatoriodeidirittiumani.it, il crollo del potere sovietico diede vita a nuove repubbliche indipendenti a maggioranza musulmana, molte confinanti con lo Xinjiang, dove tornò la voglia di separatismo dalla Cina e si registrarono le nuove insurrezioni degli Uiguri che durarono, in varie fasi, per tutto il decennio. Ci furono numerose vittime attraverso gli atti di guerriglia, sabotaggi e attacchi alle caserme di polizia, e attentati contro gli ufficiali governativi. Per la Cina furono atti di terrorismo e nel 1996 adottò una serie di misure per contrastare il separatismo degli Uiguri, accusati di terrorismo. Con l’attentato alle Torri Gemelle di New York nel 2001, come riporta osservatorio diritti.it, la Cina sostenne gli Stati Uniti nella lotta al terrorismo e “durante un incontro con l’allora presidente americano Bush e il presidente russo Putin, raggiunse un tacito accordo sul modo di gestire le sue azioni antiseparatiste”.
Nel 2017 la condizione degli Uiguri è tornata alla ribalta con la pubblicazione nei maggiori giornali della notizia che migliaia di Uiguri sono detenuti in campi denominati “scuole per l’educazione professionale” o “scuole di addestramento contro l’estremismo”. Maggiori notizie succedutesi negli anni seguenti raccontano d’importanti limitazioni alle libertà personali non solo ai reclusi ma estese a tutti i musulmani Uiguri, sottoposti a sorveglianza costante (grazie all’impiego della tecnologia) e a un preciso e metodico “indottrinamento”.
Ilham Tohti
Ad Ilham Tohti, classe 1969, economista, , famoso per i suoi studi sui rapporti tra gli Uigrai e gli Han – l’etnia maggioritaria in Cina – e sostenitore dell’autonomia allo Xinjiang, le autorità cinesi hanno imposto una condanna esemplare. Al professore premiato con il Sakharov, sono stati sequestrati tutti i beni. Il governatore dello Xinjiang, Nur Bekri, l’ha indicato come uno dei promotori intellettuali del dissenso e autore della “propaganda incendiaria” attraverso il suo blog, chiuso del 2008. Arrestato per la prima volta nel 2009, nel 2014 Tohti è stato condannato all’ergastolo per l’accusa di separatismo.
Fotografie dall’alto: 1) Ilham Tohti, attivista delle minoranze uiguri in Cina, vincitore del Premio Sakharov per la libertà di coscienza’ 2019; 3) Uno degli scatto dei reclusi uiguri nei campi di rieducazione cinesi, iniziati a circolare attraverso i maggiori media internazionali dal 2017