Afghanistan. La sindrome del 15 agosto

Il 15 agosto 2022 sarà trascorso un anno dal ritiro definitivo della coalizione NATO dall’Afghanistan e dal ritorno nella capitale, Kabul, dopo vent’anni, del regime talebano, il gruppo politico fondamentalista che governa attraverso la rigida applicazione della legge islamica, la Sharia.

La popolazione, soprattutto le donne sta perdendo quelle forme e pratiche di democrazia faticosamente conquistate – e soltanto nelle grandi aree urbane – negli ultimi 2 decenni e tutti coloro che in questo lungo periodo hanno lavorato per le ambasciate, i media occidentali e l’esercito sono stati considerati dal regime, traditori.

Sono ancora vivide le immagini dell’aeroporto gremito di persone che volevano lasciare il Paese, di genitori che consegnavano i propri bambini ai soldati occidentali, di giovani disperati che  pur di lasciare il Paese si aggrappavano agli aeri che decollavano.

Chi è riuscito a lasciare l’Afghanistan non può certo dimenticare quel tragico giorno di quasi un anno fa.

La sindrome del 15 agosto è, infatti, l’iniziativa dell’artista e attivista afghano Morteza Hosseini, che con colleghi concittadini del gruppo La scuola di Herat in esilio sta organizzando in occasione di questo primo anniversario  una seria di workshop, dibattiti, incontri, mostre, camminate e proiezioni a Roma. per riflettere sul futuro del popolo afghano.

Per la realizzazione dell’evento che si svolgerà a Roma, dal 6 al 15 agosto 2022,  con il collettivo artistico Nation 25,  Morteza Hosseini ha lanciato il crowdfunding sulla piattaforma gofundme.com con l’obiettivo di raggiungere 3mila euro.

Con la raccolta fondi ottenuta finora è stato possibile preparare il programma del progetto disponibile sul sito La scuola di Herat in esilio.

Nation 25

Nation 25 prende il nome dal numero di tutte quelle persone costrette a lasciare la propria terra per la guerra e/o per la mancanza dei più elementari diritti umani e civili che equivale a 51,5 milioni di persone, che insieme formerebbero per demografia la 25° Nazione del mondo. Considerati nel loro insieme, riporta il  sito ufficiale, formano “una comunità dislocata nello spazio e nel tempo significa occasione, non emarginazione”.

Fondata da Elena Abbiatici, Sara Alberani e Caterina Pecchioli, con sede tra Roma, Amsterdam e Bruxelles, Nation 25 fornisce una dinamica piattaforma artistica e partecipativa che attraverso varie iniziative improntate sui talenti di ciascuno e coinvolgendo in un “dialogo continuo” non solo i rifugiati ma anche altri artisti, scienziati o attivisti umanitari, mirano a richiamare l’attenzione sui temi socio-politici e ambientali.

Ripensare la società attuale e futura affinché sia più giusta, adeguata e resiliente ai tempi che stiamo vivendo partendo “dalla stessa nozione di cittadinanza, al concetto di Stato-Nazione, al rapporto tra geografia fisica e politica, all’identità in termini di inclusione/esclusione, al confine come strumento di generazione di sapere” è l’obiettivo finale.

La piattaforma ha al suo attivo importanti collaborazioni con, fra le altre, la Biennale d’Arte e di Architettura di Venezia, Istanbul Biennale, OFF Biennale Cairo, Civico Zero, Museo Pecci (Prato) e L’Orientale di Napoli.

 

Immagini: copertina e nella pagina in alto, rispettivamente la cover e il  programma dell’evento La sindrome del 15 agosto, tratte dalle pagina Facebook di  Morteza Hosseini e Zara Kian

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