Salvaguardiamo minori e famiglia
L’associazione Save the Children impegnata nella gestione e nel supporto dei bambini, vittime di terremoti e di ogni tipo di emergenza e catastrofi naturali redasse cinque anni fa un decalogo per la protezione dei bambini e degli adolescenti durante le emergenze.
Un autentico protocollo operativo che sia da base per organizzare e offrire un supporto strutturato ai minori nella delicatissime e sostanziale fase di ricostruzione. Una forma di profilassi da adottare in condizioni di indicibile sconvolgimento cognitivo-emozionale e materiale.
Cura
Se esposti a distruzione, perdite materiali e affettive i bambini hanno bisogno di un supporto psico-sociale mirato. Tale supporto va garantito in modo continuativo, non solo nelle fasi della prima emergenza, ma anche durante il periodo della ricostruzione, con personale che assicuri continuità terapeutica e agisca con protocolli operativi condivisi.
E’ necessario inoltre attivare con immediatezza piani personalizzati di intervento per i minori con disabilità e per i minori che presentano particolari condizioni di fragilità sanitaria.
Proposte
Pesenza stabile di un pediatra nei Punti Medici Avanzati (PMA) a supporto degli interventisti.
Attivazione di un servizio psico-sociale stabile e continuativo, per scongiurare la frammentazione degli interventi e il turn over degli operatori psicosociali nelle fasi di soccorso.
Famiglia
Va favorita in ogni modo la permanenza dei minori nel loro nucleo familiare o nella famiglia allargata, ricorrendo all’istituzionalizzazione solo come ultima risorsa.
Nella definizione di nuovi insediamenti, nelle fasi di ricostruzione post emergenza, è necessario tenere conto delle specifiche necessità delle famiglie con bambini.
Occorre promuovere il più possibile la ripresa della vita quotidiana del nucleo familiare, anche in strutture di emergenza, come le tendopoli.
Tuttavia va tenuto in conto che, se la famiglia è molto sotto stress per l’evento traumatico, è bene che i bambini trascorrano del tempo “protetto” insieme ai loro coetanei, con operatori adeguatamente preparati in un luogo prossimo a quello dei genitori; tutto ciò perché non siano troppo investiti dalle ansie degli adulti.
Proposte da attivare per le famiglie
azioni di sostegno ai genitori (counseling) sul modo in cui affrontare le situazioni di stress post traumatico dei bambini
organizzazione delle strutture di accoglienza di emergenza tale da garantire ai nuclei familiari una relativa intimità, la possibilità di condividere in famiglia il momento del pasto…
valutazione preventiva dei progetti di nuovi insediamenti perché siano a misura di bambino
Gioco
Anche durante la fase di emergenza, i bambini devono poter riprendere al più presto le loro abitudini quotidiane, sebbene in contesti protetti. È necessario attivare spazi e aree dove i bambini possano giocare, proseguire i processi di apprendimento, anche in modo informale, socializzare, comunicare con i loro coetanei.
La presenza di tali spazi porta un beneficio diretto anche ai genitori, anch’essi molto provati sul piano psicologico e gravati da problemi pratici da affrontare per ricostruire le proprie vite.
Proposte di spazi di gioco
“spazi a misura di bambino”, ovvero spazi protetti dove giocare, raccontare e anche rielaborare la loro esperienza, avvertendo di trovarsi in un luogo protetto e sicuro
attività di gioco/animazione per gli adolescenti
Scuola
Di fondamentale importanza il mantenimento/ristabilimento delle opportunità di educazione formale e informale. Le classi devono essere mantenute con i loro insegnanti, tenendo conto che quesii ultimi possono avere necessità di un supporto dedicato, dal momento che possono essere stati loro stessi colpiti direttamente dall’evento calamitoso.
I progetti educativi dovranno tenere conto del fatto che molti bambini possono avere difficoltà nella concentrazione e nell’apprendimento.
Proposte
mantenimento/ristabilimento delle attività scolastiche
attività di supporto agli insegnanti colpiti dalla calamità
revisione dei curricola formativi e dei piani didattici
priorità alle scuole e ai luoghi di socializzazione extrascolastici nei piani di ricostruzione
Ascolto
I bambini e gli adolescenti devono essere ascoltati, devono poter esprimere il loro punto di vista e raccontare la loro esperienza. Vanno promosse anche forme di espressione non verbale (come il disegno o il gioco) attraverso le quali più facilmente i bambini possono comunicare le loro sensazioni.
Proposte
momenti di incontro e di ascolto dei bambini e degli adolescenti sulla organizzazione dei servizi di emergenza, con la possibilità di avanzare proposte e rilievi
promozione di occasioni in cui i minori siano invitati a rappresentare la situazione che stanno vivendo e le aspettative per il futuro anche attraverso video, disegni, ..
Privacy
Occorre evitare che, durante le emergenze, i minori vengano ripresi e intervistati in modo invasivo, che siano sovraesposti nel loro dolore, osservando i principi della Carta di Treviso (carta di deontoogia giornalistica per la salvaguardia dei bambini) che tale circostanze bisgona “evitare che, in nome di un sentimento pietoso, si arrivi ad un sensazionalismo che finisce per divenire sfruttamento della persona”
Proposte
L’uso dei media per la realizzazione di azioni positive dirette al sostegno dei minori, dei genitori e delle comunità (informazione e sensibilizzazione dei genitori per fornire consigli utili per le relazioni con i figli, ..).
Partecipazione
La partecipazione attiva dei minori va promossa anche nelle fasi di emergenza. Occorre coinvolgere i bambini e gli adolescenti in tutte le fasi.
Proposte
promuovere iniziative per incoraggiare i bambini e gli adolescenti ad essere soggetti attivi nella ricostruzione della comunità
favorire il servizio civile di ragazzi e ragazze nel campo della prevenzione e degli interventi socio educativi a seguito di calamità
Prevenzione
La prevenzione è un diritto fondamentale per tutti i minori. Le attività di prevenzione devono prevedere, in modo sistematico e non occasionale, il coinvolgimento dei minori, negli ambienti scolastici e non.
I piani comunali di protezione civile devono prevedere misure specifiche dedicate all’infanzia. E’ necessario investire sulla messa in sicurezza dei luoghi che accolgono i bambini, a partire dalla edilizia scolastica.
Proposte
piani comunali di protezione civile con specifiche misure per l’infanzia
messa in sicurezza degli edifici scolastici
attività sistematica di protezione civile nelle scuole
formazione e preparazione delle famiglie alle emergenze derivanti da calamità