Poliziotti italiani e la Grande Muraglia. Sicurezza “alla moda”
Dicono che sia l’unico manufatto umano visibile dallo Spazio (“Non è vero, ma ci credo”): adesso la Grande Muraglia ha comunque diversi occhi in più per guardarla e – soprattutto – controllarla.
Sono gli occhi – imprevisti – di una Italia sempre più senza confini: di pattuglia sul muro più lungo del Pianeta, infatti, da qualche settimana ci sono pure dei poliziotti italiani.
Un’idea – che somiglia molto ad un’operazione di marketing istituzionale – che fa parte di un progetto unico nel suo genere di scambio di competenze e uomini tra il nostro Paese e la Cina, frutto di un accordo siglato già due anni fa – il primo del genere stipulato tra la Cina e un governo europeo – che prevede lunghe trasferte in senso inverso per un gruppo di poliziotti cinesi.
L’idea, infatti, oltre che per portare in giro per il mondo il gagliardetto tricolore, nasce dall’esigenza di assistere al meglio i sempre più numerosi turisti cinesi che visitano il Belpaese. Per farlo, i poliziotti cinesi di istanza qui da noi verranno distribuiti tra Roma, Milano, Napoli e Firenze. I “nostri” sulla Grande Muraglia sono il modo che il nostro Paese ha trovato per ricambiare.
La loro presenza sta riscuotendo un enorme quanto inaspettato successo: il poliziotto italiano, verosimilmente, è parecchio trendy: si sprecano video, foto, e soprattutto selfie con i nostri agenti ben impettiti a mostrare le loro divise così diverse dai colleghi cinesi. Una notorietà che ha fatto presto a fare notizia: alla loro presenza sulla Grande Muraglia, infatti, è stata dedicata la grande fotonotizia in prima pagina su China Daily, il principale quotidiano cinese: un onore che – per rimanere in tema di ambasciatori di italianità all’estero – non era stato tributato nemmeno a Monica Bellucci, sbarcata nel Gigante celeste come madrina al Beijing International Film Festival.
Quando si dice il potere della divisa.