Nobel per la pace 2020. Premiato il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite

Premio Nobel per la Pace 2020 al World Food Pogramme (WFP), il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite con sede a Roma.

Nella motivazione del Premio, annunciato dall’Accademia svedese il 9 ottobre 2020 si legge: “Il Programma alimentare mondiale è la più grande organizzazione umanitaria al mondo che si occupa di combattere la fame e promuovere la sicurezza alimentare. Nel 2019, il WFP ha fornito assistenza a quasi 100 milioni di persone in 88 paesi vittime di fame e insicurezza alimentare acuta.”

“Nel 2015, l’eradicazione della fame è stata adottata come uno degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Il WFP è lo strumento principale delle Nazioni Unite per realizzare questo obiettivo. Negli ultimi anni la situazione ha preso una piega negativa. Nel 2019, 135 milioni di persone hanno sofferto di fame acuta, il numero più alto da molti anni. La maggior parte dell’aumento è stato causato dalla guerra e dai conflitti armati”.

“La pandemia di coronavirus ha contribuito a un forte aumento del numero di vittime della fame nel mondo. In paesi come lo Yemen, la Repubblica Democratica del Congo, la Nigeria, il Sud Sudan e il Burkina Faso, la combinazione di conflitto violento e pandemia ha portato a un drammatico aumento del numero di persone che vivono sull’orlo della fame. Di fronte alla pandemia, il Programma alimentare mondiale ha dimostrato un’impressionante capacità di intensificare i propri sforzi. Come ha affermato la stessa organizzazione, “Fino al giorno in cui avremo un vaccino medico, il cibo è il miglior vaccino contro il caos”.

A inizio ottobre  è iniziata la settimana dei premi (5-12 ottobre 2020) con l’annuncio dei vincitori trasmesso on line dalla Fondazione Nobel, in collegamento con l’Istituto Karoliska di Stoccolma per la Medicina e con la sede dell’Accademia svedese delle Scienze. La cerimonia di premiazione avverrà, come di consueto, a dicembre ma, causa coronavirus, per la prima volta potrebbe essere virtuale.

In ordine cronologicamente decrescente riportiamo i nomi e le motivazioni dei premi finora assegnati.

Premio per la Letteratura: annunciato l’8 ottobre il Nobel è stato assegnato alla poetessa nordamericana Louise Gluck, molto famosa in patria, meno per i lettori italiani e l’editoria nostrana non aiuta.

Secondo l’Ansa, le 2 raccolte di versi pubblicate da piccoli editori sono ormai introvabili: si tratta di L’iris selvatico (ed. Giano 2003) e Averno (ed. Dante & Descartes, 2019) entrambi i volumi tradotti da Massimo Bacigalupo. Inoltre “alcune sue poesie erano apparse sulla rivista ‘In forma di parole’ – scrive l’Ansa – tradotte da Bianca Maria Tarozzi”.

Grande fortuna in patria, invece, come dicevamo: Louise Gluck, settantasettenne, ha già vinto il Premio Pulitzer nel 1993 e il National Book Award nel 2014 ed è stata insignita del titolo di Poeta Laureato nel 2003.

Premio per la Chimica: annunciato il 7 ottobre alle scienziate Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna.

Francese la prima, statunitense la seconda, hanno ottenuto il riconoscimento per aver sviluppato la prassi “della scrittura del genoma”, ossia il metodo per l’editing: il famoso taglia e incolla, denominato Crispr che permette di modificare il DNA, aprendo la strada a terapie finora considerate incurabili.

È la prima volta, dall’istituzione del premio all’inizio del secolo scorso, che 2 donne condividono un premio Nobel.

Premio per la Fisica: annunciato il 6 ottobre è stato assegnato al britannico Roger Penrose, al tedesco Reinhard Genzel (tedesco) e allo statunitense Andrea Ghez.

Penrose, professore emerito della cattedra di Matematica a Oxford è l’autore dello studio che ha fornito gli elementi matematici che hanno dimostrato il nesso tra la teoria della relatività di Albert Einstein e buchi neri. Ha lavorato a fianco dello scienziato e grande divulgatore Stephen Hawking, con il quale ha vinto nel 1988 il Premio Wolf per la fisica.

Il Nobel di oggi  fa rimpiangere ancora di più la scomparsa di Hawking avvenuta nel 2018,  se il premio fosse stato assegnato poco prima… .

Reinherd Genzel e a Andrea Ghez, invece, per la scoperta, al centro della nostra galassia, di Sagittaruis A*, il punto in cui è situato un buco nero supermassiccio.

Premio per la Medicina: annunciato il 5 ottobre è stato assegnato agli statunitense Harvey J. Alter e Charles M. Rice insieme al britannico Michael Houghton, premiati per la scoperta del virus dell’epatite C.

Si deve al lavoro dei neo tre Nobel se oggi sappiamo che l’epatite C è la causa principale di cirrosi epatica e tumore del fegato.

La loro scoperta, rileva la Fondazione Nobel, “ha rivelato la causa di molti casi di epatite la cui origine non era ancora stata scoperta, aprendo la via alla possibilità di fare diagnosi attraverso l’analisi del sangue e mettere a punto farmaci che hanno salvato milioni di vite”.

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