Iceberg A23a. Il gigante buono che vaga nell’Antartide

L’iceberg A23a, considerato il più grande del mondo alla deriva in Antartide, misura quasi 4mila chilometri quadrati, lo spessore raggiunge – in alcuni punti – i 400 metri e, si stima, pesi quasi mille miliardi di tonnellate.

Attualmente, situato tra l’Isola degli Elefanti e le Isole Orcadi Meridionali, si dirige verso il nord dell’Oceano Antartico.

Nello scorso dicembre, A23a ha bloccato la strada alla nave britannica per la ricerca polare RRS Sir David Attenborough, impegnata in Antartide in una missione scientifica. Il capo della spedizione, lo scienziato Andrew Meijers, membro del British Antarctic Survey (BAS), ha poi raccontato alla stampa che “ci sono volute sei ore per superarlo, a tutto vapore” tanto per dare un’idea delle dimensioni dell’iceberg.

In questi primi giorni del 2024 è stata la volta della spedizione privata di Ian Strachan, gestita dalla società EYOS Expedition, come riporta l’agenzia AFP.

A23a non è soltanto il più grande iceberg alla deriva, è anche il più antico, essendosi staccato dalla costa antartica nel 1986, dopo aver ospitato una stazione di ricerca sovietica.  Soltanto che per decenni è rimasto intrappolato nei banchi oceanici.

Nel 2020 Andrew Fleming (BAS), ha visto immagini satellitari che suggerivano che ‘il gigante’ stesse “oscillando”.  Nel novembre 2023 si è finalmente liberato e, dopo 30 anni, ha iniziato ad avventurarsi verso nord, aiutato da venti e correnti.

Liberato dal riscaldamento globale?

Se la sua liberazione sia stata una conseguenza del cambiamento climatico e, più precisamente, del record di caldo e del minimo storico del ghiaccio marino invernale dell’Antartide del 2023, rimane un’incognita.  Secondo Meijers sarebbe come attribuire un singolo incendio e un’alluvione al riscaldamento globale.

“Col passare del tempo è verosimile che si sia assottigliato leggermente, acquistando quel po’ di galleggiabilità in più che gli ha consentito di sollevarsi dal fondo dell’oceano e di essere spinto dalle correnti oceaniche” ha spiegato il glaciologo Oliver Marsh

Il collega Fleming ha confermato che la formazione di questo tipo di iceberg è frutto di un processo naturale e che ogni anno uno o due enormi blocchi di ghiaccio si staccano dal continente bianco. “È più probabile che sia arrivata la sua ora” e stia vivendo i suoi ultimi mesi. “Acque più calde e onde più grandi lo romperanno lungo il suo percorso”.

Da quando A23a si è staccato dal Continente Bianco, ha seguito, più o meno, la stessa traiettoria dei precedenti enormi iceberg, A68 e A76: passando dal lato orientale della Penisola Antartica e dal Mare di Weddell, lungo una strada conosciuta come il corridoio degli iceberg.

Gli eventuali pericoli

Se seguirà le orme dei suoi due predecessori si dirigerà verso l’isola della Georgia del Sud, che ospita una fauna molto ricca come pinguini e foche e se vi arenasse nei paraggi dell’isola potrebbe impedire agli animali di accedere al cibo. E se, come accadde con A68, si frantumasse in piccoli pezzi, potrebbe complicare la navigazione dei pescherecci, conclude Andrew Meijners.

Ma abbiamo visto l’ottimismo degli gli scienziati, concordi nel prevedere che A23 girerà attorno all’isola in direzione nord e si scioglierà come tutti gli iceberg che procedono in quella direzione.

Per seguire gli spostamenti e il percorso seguito da A23a, consigliamo il sito British Antarctic Survey. L’ultima animazione che riporta, in data  16 gennaio 2024, è disponibile QUI.

 

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