Hachiko, il cane più fedele del mondo. Per il Giappone, il simbolo del cittadino ideale

Se per noi occidentali la storia Hachiko, il cane che aspettò il ritorno del suo padrone scomparso in una stazione giapponese fino alla sua morte, è una bella storia commovente per il Giappone è molto di più: assurto a simbolo di cittadino ideale “per la sua devozione indiscussa”.

Lo spiega a bbc.com l’antropologa Christine Yano, professoressa all’Università delle Hawaii, rivelando come nelle scuole del Paese nipponico la storia di Hachiko sia insegnata come modello di devozione e fedeltà.

A conferma di tanti onori la statua in bronzo posta fuori la stazione di Shibuya a Tokyo, raffigurante, appunto, Hachiko, eretta per la prima volta nel 1934, poi fusa durante la Seconda guerra mondiale per il recupero del materiale per le armi belliche, ma ricostruita nel 1948.  È in questa stazione che il cane aspettò invano per 10 anni il ritorno del suo padrone.

La sua storia acquistò fama nazionale per l’interessamento della stampa nel 1932, corroborata dell’allora recente designazione dell’antica razza Akita, alla quale Hachiko apparteneva, dal Governo come icona nazionale.

Possiamo parlare dei primi 100 anni di Hachiko?

Ogni anno alla stazione di Shibuya si tiene una cerimonia commemorativa per Hachiko, e la sua statua sembra scandire il quotidiano, piccole e grande, del Giappone: durante la pandemia, per dire, era stata decorata (o protetta) con la mascherina sanitaria.

E quest’anno, che ricorre il centenario della sua nascita, sono stati organizzati una serie di eventi, riportati nel sito hachi100.

Possiamo parlare dei primi 100 anni di Hachiko? Un sì rotondo è la risposta della professoressa Yano che ritiene che “l’eroismo” mostrato da questo cane non è definito dai sentimenti di uno specifico periodo storico, ma è “senza tempo”.

Storia di Hachi

Hachiko, nato nel novembre 1923, arrivò, nel gennaio successivo, a casa di Hidesaburo Ueno, un rinomato professore di agraria che amava i cani e aveva chiesto a uno studente di trovargli un cucciolo di Akita.

Il cucciolo, appena trovato, era stato sottoposto a un lungo viaggio e quando raggiunse la residenza del professore Ueno, nel distretto di Shibuya, era stremato, ma le attente cure del professore e di sua moglie, Yae, lo rimisero in forma.

Venne chiamato Hachi che in giapponese significa 8, a completarne nome furono poi gli studenti di Ueno quando gli conferirono il titolo onorifico di Ko.

Il professore prendeva il treno per andare al lavoro e ogni volta i suoi cani (ne aveva 3, compreso Hachiko) lo accompagnavano alla stazione, per aspettarne il ritorno in serata.

Ma il 21 maggio 1925, Ueno, a soli 53 anni, fu colpito da un’emorragia cerebrale che gli fu fatale. Hachito era il suo cane soltanto da 16 mesi, ma tanto gli bastò per rimanergli fedele per il corso della sua esistenza.

Nei mesi successivi alla morte del professore, il cane fu accolto da diverse famiglie fuori dal distretto di Shibuya, ma nell’estate del 1925 fu adottato dal giardiniere di Ueno, Kobayashi Kikusaburo, tornando, così, nella zona che dove era cresciuto e che ben conosceva e, presto, riprese il tragitto quotidiano verso la stazione.

La fama nazionale, dicevamo, arrivò nell’ottobre 1932, La sua storia colpì subito i giapponesi e la stazione iniziò a ricevere ogni giorno donazioni per il suo mantenimento. Nel 1934 una cospicua raccolta fondi permise la costruzione della prima statua.

La notizia della sua morte avvenuta nel 1935 (forse l’8 marzo) occupò nuovamente le pagine dei giornali.

Nel 1948, una seconda raccolta fondi – con notevole successo nonostante i giapponesi fossero usciti dalla guerra stremati- permise la ricostruzione della statua.

Nella letteratura e nel cinema

La sua commovente storia ha subito numerose traslitterazione in letteratura, soprattutto nella narrativa infantile e nel cinema. Hachiko – Il tuo migliore amico, è, forse, l’ultimo remake cinematografico di ambientazione statunitense, con l’attore Richard Gere nella parte del padrone, professore sì, ma di musica e non di agronomia come il reale Ueno.

Scelta dal regista Kinuyo Tanaka per il suo film 1953, Koibumi, da sottofondo ai bellissimi  Yoshiko Kuga and Masayuki Mori.

Mentre Mayumi Itoh, professore di Scienze Politiche presso l’Università del Nevada ha scritto la biografia  Hachi: The Truth of The Life and Legend of the Most Famous Dog in Japan (La verità sulla vita e la leggenda del cane più famoso del Giappone).

 

 

Immagine: 1) Tokyo (Giappone) la statua di Hackilo eretta nella stazione. Photo ‘The famous statue of Hachikō (2013)’  by Maarten Heerlien from Voorschoten, The Netherlands – Wikicommons – CC BY. 2.0; 2) Yoshiko Kuga and Masayuki Mori nel film  ‘Koibumi’ (恋文) dirtto da Kinuyo Tanaka – 1953 – Wikicommons

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.