Amadeo Peter Giannini. Il genio bancario delle due sponde dell’oceano

In periodi di crisi che coinvolgono tutto il mondo, con il pensiero torniamo indietro negli anni e ci fioriscono in mente date che spesso sono ricordate e legate ad avvenimenti che hanno colpito più di una generazione.

Ma oltre alle date prendono forza anche figure di uomini che sono stati   protagonisti ed  emblema di qualcosa di eccezionale. E così, ancora una volta, scopriamo quanto l’Italia ha dato al mondo nella persona di Amadeo Peter Giannini, un grande, grandissimo uomo che oggi viene ricordato e che giustamente è portato ad esempio.

La sua famiglia lasciò il nostro paese nel 1869, proveniva da un piccolo paese dell’entroterra ligure, Favale di Malvaro, dove tutti vivevano  lavorando nei campi o presso le cave di lavagna. L’emigrazione era una delle poche soluzioni di tante famiglie, e così due giovani sposi, Luigi e Virginia, partirono alla volta di San Josè in California, dove nacque nel 1870 il figlio Amadeo.

Rimasto ben presto orfano Amadeo ebbe la fortuna che la mamma si risposò con l’italiano Lorenzo Scatena che fu per lui un perfetto secondo padre. Studiò come contabile e preparato ed intraprendente qual era fondò nel 1904 la Bank of Italy e aiutò tutti i connazionali dopo il terremoto di San Francisco nel 1906 che distrusse la città, diventando “il banchiere galantuomo degli italiani”. Furono così tanti a fidarsi di lui  che nel 1918 i depositi presso la sua banca ammontavano a 86 milioni di dollari, portandola ad essere la 4° in classifica di tutti gli istituti bancari degli Usa.

 

Quanto scoppiò la crisi finanziaria del 1929 Giannini aguzzò ingegno, acquistò molte piccole banche in fase di fallimento e le raggruppò sotto il nome di Bank of America National Trustand Saving Association, salvando così tanti piccoli risparmiatori. In poco tempo le filiali divennero 500 e fin da subito le mise al servizio di piccoli imprenditori ed operai concedendo loro prestiti senza esigere interessi o garanzie.

Divenne un grande benefattore, ancora oggi ricordato. In silenzio inviò cheques e dollari a tante famiglie che hanno così potuto incrementare i loro scarsi stipendi e si sono potute risollevare la crisi del ’29 e le 2 guerre mondiali.

L’amore per il cinema lo portò ad essere un vero mecenate della settima arte e moltissimi capolavori girati ad Hollywood sono stati da lui finanziati. Aiutò Walt Disney finanziando le pellicole Biancaneve e i 7 nani e Topolino e co- produsse del Il monello” di Charlie Chaplin. Fu grande amico di Frank Capra ed il regista gli dedicò il personaggio di George Bailey nel suo capolavoro La vita è una cosa meravigliosa.

Non dimenticò mai le sue origini. Nel 1945, dopo un viaggio in Italia, Giannini concesse ancora prestiti senza interesse per la ricostruzione della sua “bella Italia”. Il detto genovese partì miscio e tornae mòscio, (partire squattrinato e tornare benestante), racchiude il percorso fatto da lui e da milioni di emigranti.
Fu collaboratore nella costruzione del Golden Gate e promotore in prima persona del Piano Marshall.

Morì nel 1949 ed il figlio Mario, proseguendo nella sua attività, è diventato il più grande banchiere di origine italiana e ligure in particolare.

L’orologio della vita va veloce ed è inarrestabile, e in questi giorni, dopo oltre 70 anni dalla morte  Amadeo,  la cittadina di Favale di Malvaro, 500 abitanti, ha ricordato il suo concittadino con un francobollo emesso da Poste Italiane e presso l’ufficio locale avverrà l’annullo. Dopo Milano, anche a Roma il 6 dicembre 2020, alla sala Convention Center della Nuvola, verrà presentato il libro Il banchiere che investiva nel futuro  di Guido Crapanzano, che narra la vita di questo geniale italiano del quale dobbiamo essere orgogliosi e perché no, tentare di imitarlo.

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