É bellissimo! Rifugiati alle Olimpiadi, un nuovo stato

Bellissimo è il commento di un nostro lettore quando abbiamo comunicato la notizia attraverso il nostro profilo Facebook.
Si è bellissimo ricevere questa notizia, bellissimo scrivere che ai prossimi Giochi Olimpici di Rio 2016, ci sarà una squadra formata da 10 atleti rifugiati, che il giorno dell’inaugurazione dei Giochi entrerà nello stadio di Maracanà, prima della squadra del paese ospitante, il Brasile. E sarà bellissimo vederli sfilare con la bandiera delle Nazioni Unite e quella del Comitato Olimpico, capitanati da Tegla Loroupe, maratoneta keniota dai molti record, attivissima nel campo del sociale e nella difesa dei diritti dei rifugiati per i quali ha creato un campo nella sua terra.

Dice Thomas Bach, Presidente del Comitato Olimpico, riferendosi al team dei rifugiati :” “Sono senza casa, senza squadra, senza inno, senza bandiera. Noi offriremo loro una casa nel villaggio olimpico. Per loro sarà suonato l’inno olimpico e saranno rappresentati dalla bandiera olimpica. Un segnale di speranza per i rifugiati del mondo, un segnale di richiamo per il mondo sulle loro sofferenze e sull’enorme portata delle crisi dei rifugiati”.
Gli fa eco l’Agenzia Onu per i rifugiati, con un comunicato, dove afferma :”Tutti e dieci sono fuggiti dalle violenze e dalle persecuzioni che travagliano i loro paesi e hanno cercato rifugio in luoghi, dove è possibile vivere”.

Squadra RifugiatiL’idea di costituire un team di rifugiati è maturata all’interno del Comitato Olimpico Internazionale nell’ottobre 2015, proponendola alle Nazioni Unite che l’ha accolta con entusiasmo.

La formazione della squadra si deve ai Comitati Olimpionici di Germania, Belgio, Brasile, Lussemburgo e Kenya, che hanno accolto questi atleti rifugiati e che li aiutano quotidianamente a inserirsi nella società dei loro paesi.
I 10, che sono stati selezionati dai rispettivi comitati olimpici da un gruppo di 43 atleti, come abbiamo anticipato, saranno sotto l’egida del Comitato Olimpico, che li rappresenterà in tutte le sue espressioni dall’inno, alle uniformi che indosseranno. Ai Giochi di Rio, saranno accompagnati da un’equipe di 12 persone formata da dirigenti, allenatori e medici.

La squadra è formata da 2 siriani, 2 congolesi, 5 sudanesi e 1 etiopico. Di seguito riportiamo i nomi, il Paese di origine, il comitato olimpico di appartenenza e le discipline sportive per le quali concorreranno:

– Rami Anis (m); Paese di origine – Siria; comitato olimpico – Belgio; sport – nuoto
– Yiech Pur Biel (m); Paese di origine – Sud Sudan; comitato olimpico – Kenya; sport – Atletica 800m
– James Nyang Chiengjiek (m); Paese di origine – Sud Sudan; comitato olimpico – Kenya; sport – Atletica 400m
– Yonas Kinde (f); Paese di origine – Etiopia; comitato olimpico – Lussemburgo; sport – Atletica, maratona
– Anjelina Nada Lohalith (f); Paese di origine – Sud Sudan; comitato olimpico Kenya; sport – Atletica, 1500m
– Rose Nathike Lokonyen (f); Paese di origine – Sud Sudan; comitato olimpico Kenya; sport – Atletica, 800m
– Paulo Amotun Lokoro (m); Paese di origine – Sud Sudan; comitato olimpico Kenya; sport – Atletica 1500m
– Yolanda Bukasa Mabika (f); Paese di origine – Repubblica Democratica del Congo; comitato olimpico – Brasile; sport – Judo
– Yusra Mardini (f); Paese di origine – Siria; comitato olimpico – Germania; sport – nuoto
– Popole Misenga (m); Paese di origine – Repubblica Democratica del Congo; comitato olimpico – Brasile; sport – Judo, 90 Kg

Gli atleti non saranno aiutati soltanto durante i Giochi olimpici, come ha tenuto a dire Thomas Bach, ma anche negli anni futuri.
In questi angosciosi giorni di luglio, con il cuore in lutto per disgrazie di ogni genere, uno squarcio di luce da quest’ulteriore importante esempio d’integrazione e dei benefici che esso comporta per tutto il consorzio umano.

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