Sfidiamo i pregiudizi uniti nella diversità

In occasione della Giornata mondiale contro l’omolesbobitransfobia, 17 maggio 2020,  le realtàsportive LGBTIQ di Roma, nonostante il distanziamento fisico, sono riuscite a progettare e a realizzare l’incisivo e suggestivo spot Sfidiamo i pregiudizi, che  veicola un messaggio di inclusività, lontano da ogni forma di discriminazione implicita o esplicita.

Le associazioni/squadre coinvolte:  Black Angels Team Roma, gAce Tennis Roma, Gruppo Pesce, Lupi Roma Outsport, Phoenix Roma, RoMan Volley, Tango-queer Roma, Yellow Sport.

Emiliano Caccia di Lupi Roma Outsport e Giovanni Vidili di RoManVolley, con estremo garbo, intelligenza, ironia e partecipazione hanno condiviso con abbanews la “gestazione” dello spot e le attività che hanno messo in campo (in senso lato) per creare nuovi spazi di condivisione in nome dello sport.

Uno spot per tutti

L’idea del video nasce dalla condizione pandemica, alla luce dell’approssimarsi della Giornata Mondiale contro l’omolesbobitransfobia. In un momento di chiusura totale, come mantenere vivo il senso di appartenenza tra le associazioni sportive, continuando a praticare lo sport e la relativa diffusione dei suoi valori?

Si è dato così vita a un tavolo di lavoro virtuale e virtuoso per progettare e realizzare uno spot all’insegna dell’inclusione. Un atto di volontà creativa e di pratica sociale. Il video accoglie tutti i partecipanti, senza diversificazioni, tutti i colori insieme. Roma è enorme, le associazioni sportive nascono per territorialità, ma le associazioni LGBTIQ hanno una connotazione in più e il territorio si fa più ampio.

Associazioni sportive LGBTQ: ghetti o comunità di pratica per il benessere sociale?

Nel campo sportivo l’omossessualità rimane ancora sia un tabù che un pre-giudizio stereotipato. Gli uomini “veri” sono forti, capaci, l’uomo gay viene recepito come debole, perdente. Come dimostra un’indagine europea, promossa dal progetto Outsport nell’ambito del programma Erasmus plus, che coinvolge 5 paesi europei, tra cui l’Italia The relevance of sexual orientation and gender identitiy in Sport in Europe, molti ragazzi gay hanno difficoltà  negli sport di squadra, tendono a non esporsi e, di conseguenza, o rinunciano all’attività o non la coltivano proprio.

Il 90% degli intervistati (5.524 intervistati) considera l’omofobia e in particolare la transfobia nello sport, un problema comune; 7 su 10, considerano il coming out di personaggi sportivi e campagne antiomofobia e antitransfobia potrebbero essere utili per gestire la discriminazione di orientamento sessuale e di genere.

Sembra paradossale che una città come Roma, “legislatrice” del mondo antico, non si faccia portatrice di un cambiamento socio-culturale. I ragazzi e le ragazze omosessuali continuano ad avere difficoltà a fare coming out, non si percepisce una rete di accoglienza solida e condivisa.

Le associazioni dunque non rappresentano una ghetizzazione sociale, ma bensì una comunità aperta in cui ogni persona è accolta per quello che è, una persona, a prescindere dal proprio orientamento sessuale. Come dovrebbe essere in ogni società, rispettosa dell’etica, dei diritti e doveri di ogni cittadino e cittadina

“Molti ragazzi che vengono a giocare da noi- ci spiegano Emiliano e Giovanni, sia nel calcio che nel volley, non hanno mai fatto sport nella loro vita oppure riprendono a giocare dopo anni. Si creano momenti speciali, di accoglienza, di protezione, ma anche di apertura e condivisione, Creiamo un’opportunità, insieme, per tutti. Una visione a 360°. C’è chi vuole conoscere gente, chi vuole svolgere attività in divertimento e in sicurezza”.

Ricordano l’art. 3 della Costituzione “Tutti i cittadini hanno pari dignità e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

“La RomVolley – dichiara Giovanni – mi ha aiutato, mi ha reso più libero -far parte di un gruppo dà forza, si ha la possibilità di un confronto e di un dialogo continuo”.

“Da piccolo ero chiuso, timido e avevo difficoltà a giocare a calcio,  – dice Emiliano- fino a 12 anni; poi ho iniziato e non ho più smesso. La maturazione, la crescita, la necessità di avere un contatto con altre persone mi hanno avvicinato a questo sport di squadra. Per motivi personali mi sono trasferito, avevo esigenza di creare una rete sociale, e così iniziai a giocare, sotto casa”.

Lo sport è uno specchio fedele della società e cambiarlo significa migliorare la società stessa, unendo davvero le persone. In Italia, dopo 4 anni, le federazioni sportive professionistiche non hanno ancora recepito nei propri statuti il divieto di discriminazione per orientamento sessuale, introdotto dal CONI nel 2016.

La spontaneità dei nostri interlocutori e la voglia di tras-formare la società, è trascinante. Parlare con loro, è stare a contatto con la normalità della vita che è articolata, multicolore, che ti travolge e stravolge, ma che ha un senso solo se si è in grado di vivere uniti nella diversità.

Andiamo in direzione del migliore dei mondi possibili: Sfidiamo i pregiudizi

 

Foto 1 Torneo Colpi di tacco: insieme a Roma Lupi, membri delle squadre Black Angels Team, e dei Phoenix, squadre che hanno partecipato al video

Foto 2 Torneo Liberi Nantes

Entrambe le foto sono di Antonio Clemente, fotografo dei Roma Lupi Outsport

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