Il tratto primitivo di Raffaele Boemio. Tempo di archè
Tempo di Archè s’intitola la personale del pittore e scultore Raffaele Boemio, a cura di Domenico Natale, presso la Galleria FrameArsArtes di Napoli.
Un percorso espositivo di quadri, sculture e filmati – parte del più vasto ciclo denominato Afona – che ha caratterizzato il percorso di Boemio negli anni duemila. Di questo ciclo le opere più recenti mantengono il nucleo poetico della meditazione sul rapporto che intercorre tra il libero immaginario dell’artista e la realtà della vita quotidiana, e che costituiscono da sempre uno dei due aspetti emblematici del suo operare.
Contro la fretta che sembra non esaurirsi mai
“Materia in divenire, forme ispirate alla Natura, al suo potere maieutico, contrapposto alla condizione umana perennemente in bilico tra costrizione ed elevazione, semanticamente sempre dentro una “trappola maieutica” è la sintesi della mostra e della produzione tutta dell’artista, produzione che – ci dice lo stesso autore – scaturisce dall’esigenza di interrompere il vortice della fretta in cui viviamo immersi e che non sembra esaurirsi mai; rappresenta un momento di riflessione muto, che si esprime attraverso i sensi. Una presa di posizione contro la ridondanza del mondo, senza mai rifuggire dal rapporto sociale dell’opera d’arte e dalla sua lettura segnica”.
Un linguaggio afono ma, certamente, non privo di espressione, né, tantomeno, di ascolto. Piuttosto un “silenzio custodito”.
“Mi sono reso conto del vuoto che abbiamo dentro e della necessità di tornare a dei valori naturali – prosegue Boemio -. Per questo c’è un forte richiamo alla Natura, ma senza naturalismo”.
Disagio morale e civile per la sofferenza umana dei braccianti migranti
Una ricerca dell’artista, specifica il curatore, Natale per l’esigenza urgente di “esprime il disagio morale e civile di fronte alla sofferenza umana e alla schiavitù dei migranti nei campi della nostra terra, nella quale Boemio vive e opera”.
La mostra propone un percorso di ricerca del senso del segno, di ritorno al tratto primitivo, rituale, evocativo e continuamente rinnovato, pur conservandosi nell’essenza.
“Saldo nelle sue radici, come quelle che l’artista racconta di aver trovato in spiaggia nel 2015 – probabilmente dei rizomi (rigonfiamenti del fusto con funzione di riserva) – forme sconosciute che nessuno sapeva interpretare ma che hanno sedimentato, scavando nel profondo, fino a toccare l’altra essenza, quella speculare alla Natura: l’essenza umana e la sua dimensione insieme materiale e spirituale, in equilibrio costantemente precario, impantanata nella lotta tra l’Essere e il Dover Essere, raffigurata in forme scarnificate, in solitudine, in difficoltà, a tratti isolata. Mai però disperata, né mai dimessa, o sottomessa. Un richiamo forte alla vita, alla lotta, al reciproco riconoscersi come simili. Parti della stessa Natura”.
Tempo di Arché, dal 10 al 24 giugno 2022, ben s’inserisce nella linea culturale della galleria FrameArsAtes, uno spazio di libertà ed un luogo di divulgazione dell’arte contemporanea, aperto alla città e ai giovani artisti, come ben lo descrive la proprietaria, Paola Pozzi.
Cenni biografici
Raffaele Boemio è nato ad Afragola (NA) nel 1952 e si è diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli.
È stato docente di Discipline Pittoriche presso il Liceo Artistico di Cardito (NA). Nel 1978 ha fondato con Haebel e Domenico Natale il “Gruppo X/Arte” aderendo al Movimento degli operatori estetici nel sociale.
La pittura è stata ed è il suo linguaggio prevalente, senza tuttavia chiudersi alle capacità semantiche ed espressive di altre tecniche come la scultura e di mezzi diversi quali il legno, il ferro, il bronzo, l’ottone, il laterizio e la ceramica, i prodotti industriali e la fotografia, anche digitale che hanno dilatato la sua concezione della pittura alla scultura e alla comunicazione extramediale.
Con queste possibilità linguistiche, Boemio ha affrontato nel tempo cicli tematici quali quello delle Trappole maieutiche, del Biographico, degli Afona, dei Ready made e dei Ready dead” dei “Frammenti migranti”, dei Quasi svelato e dei Semiosi.
Immagini: opere di Raffaele Boemio, 1) Migrazioni di forme mute; 2) ‘Afona’ – tecnica mista su tela, supporto fotografico e specchio